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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2011 alle ore 21:37.

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La battuta è facile, a portata di mano, come un pallone che ballonzola sulla linea di porta e che aspetta solo di essere sfiorato per insaccarsi in rete. Visto come è messo attualmente, in attesa dei responsi delle procure e con una serie di ex big, odontoiatri e commercialisti a tirarne le fila occulte, forse per il nostro calcio è andata bene. Meglio risparmiarsi altre figuracce sul palcoscenico sportivo più prestigioso al mondo, quello dell'Olimpiade. Ma è pur vero che l'eliminazione dell'Under21 targata Gigi Casiraghi (poi esonerato per affidare il timone del comando a Ciro Ferrara) dagli Europei di categoria e, di conseguenza, dalla corsa alla qualificazione olimpica, ha rappresentato un campanello d'allarme sullo stato generale del nostro movimento. Del resto, se tutto viene giustificato in nome dei risultati, quando questi mancano restano solo i problemi. E il compito, certo non facile, di risolverli

Palmares povero – Vero è che il nostro calcio, che pur vanta trionfi mondiali ed europei, ha un curriculum olimpico piuttosto povero e alquanto contraddittorio. Dal football abbiamo avuto il primo oro di squadra della nostra storia olimpica (nel 1936 a Berlino, con una squadra di calciatori universitari che Vittorio Pozzo assemblò nel mezzo di quel quadriennio 1934-38 che ci regalò due titoli mondiali, e che ebbe nell'occhialuto Annibale Frossi il capocannoniere del torneo). Soddisfazione straordinaria, se si pensa che dopo sarà solo la pallanuoto (nel '48, '60 e '92) a regalarci una gioia paragonabile. Prima e dopo l'impresa dei ragazzi di Pozzo, però, ben poco: un bronzo a Amsterdam nel 1928 (nell'edizione dominata da Uruguay – oro anche a Parigi '24 – e argentina, che due anni dopo si sfideranno a Montevideo nella finale della prima edizione della Coppa del Mondo, vinta ancora dalla Celeste), una manciata di quarti posti (Roma 1960, Los Angeles '84, Seul '88), di precoci eliminazioni e di mancate qualificazioni, prima del bronzo di Atene 2004, conquistato dall'Under 21 (arricchita da 3 fuoriquota) campione d'Europa guidata in panchina da Claudio Gentile. A Pechino2008, poi, gli azzurri di Casiraghi vennero eliminati a sorpresa ai quarti di finale dal Belgio

Medaglia storica - "Quella di Atene è una medaglia storica, di cui vado orgoglioso e fiero". Detto da chi ha vissuto da protagonista e vincitore la finale mondiale di Spagna '82 a Madrid, fa un certo effetto. Ma l'entusiasmo con cui Claudio Gentile ci racconta quell'avventura olimpica è sincero: "Vincemmo la finale per il terzo posto contro l'Iraq per 1 a 0 grazie a un gol di Gilardino". Ma più che la partita, Gentile ricorda l'atmosfera che accompagnò quella gara:" Giocammo a Salonicco in un clima difficile, perché proprio alla vigilia del match, in Iraq, era stato rapito e poi ucciso il giornalista italiano Enzo Baldoni. Ci furono molte polemiche, perché alcuni politici ipotizzarono che il match non si sarebbe dovuto giocare. Poi decidemmo di scendere in campo con il lutto al braccio, anche se il Cio aveva detto di no, mentre gli iracheni, pur manifestando la loro solidarietà, scelsero di non indossare alcuna fascia commemorativa". Pagina tragica dei Giochi, che ben dà l'idea della complessità e peculiarità del mondo olimpico.

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