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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2011 alle ore 21:37.

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Dall'Iraq all'Iraq – Il tormentato Paese asiatico è protagonista nella carriera anche di un altro campione del nostro calcio che ha avuto l'onore e l'onere di vestire l'azzurro alle Olimpiadi. Ruggero Rizzitelli – ex bomber, tra le altre, di Cesena, Roma e Bayern Monaco – segnò proprio un gol agli iracheni nel corso del torneo olimpico a Seul 1988. Spedizione olimpica che si chiuderà col quarto posto (sconfitta nella finale per il bronzo contro l'ultima Germania Ovest della storia prima della Caduta del Muro, per 3 a 0), ma che rimarrà negli annali soprattutto per il clamoroso 0-4 subito dall'Italia all'esordio, contro lo Zambia di Kalusha Bwalya, attaccante del Psv Eindhoven che ci rifilò una tripletta. "per fortuna quel giorno ero in tribuna infortunato ! - scherza oggi Rizzitelli – fu uno shock anche per noi! Correvano come indemoniati, con un agonismo eccezionale! Capimmo subito che per certe squadre l?olimpiade era il palcoscenico più importante, e che nessuno c'avrebbe regalato niente"

Calendari senza respiro – eccolo qua, uno dei nodi irrisolti del rapporto tra il nostro football e i cinque cerchi. Convinti che la vera e unica ribalta mondiale del pallone siano Mondiali, Europei o Coppa America, i vertici del nostro calcio hanno sempre mal sopportato il torneo olimpico, visto al più come un impegno inutile da onorare solo formalmente. Le testimonianze di gentile e Rizzitelli, al riguardo, sono illuminanti. "Avevamo appena finito gli Europei di categoria, poi una breve vacanza e via subito in ritiro per le Olimpiadi – sottolinea l'ex cittì -: i ragazzi ebbero pochissimo tempo per prepararsi, mentre rivali come l'Argentina (bicampione 2004 e 2008, ndr), erano in perfetta forma, reduci dalla Coppa America e di fatto con una squadra A in campo: basti pensare che c'era Tevez a trascinare l'Albiceleste, che in semifinale ci sconfisse per 3 a 0". Stessa cosa per Rizzitelli: "L'estate dell'88 fu incredibile: passai dal cesena alla Roma, poi presi parte agli europei di Germania con gli azzurri di Vicini con la nazionale maggiore, poi via subito in ritiro con la nazionale olimpica!! senza contare poi che l'allenatore con cui avevamo ottenuto la qualificazione, il grande Dino Zoff, alla vigilia dei giochi aveva firmato il contratto con la Juventus: a Seul andammo guidati da Francesco Rocca, pure ottimo tecnico,che fino ad allora era stato il vice di Zoff". Tanto per avere un'idea di come calciomercato e calendari "ufficiali" possano spesso far a pugni col calcio olimpico

Salvare le gambe - "Oggi lo posso dire: molti di noi non erano affatto contenti di essere alle Olimpiadi. Non sopportavano il ritiro, la vita collegiale cui il villaggio olimpico ti obbliga, il fatto di dover giocare uun torneo che non sentivano, alla vigilia del campionato che invece era il vero obiettivo stagionale", ammette Rizzitelli. Che anzi va oltre: "Di telefonate dall'Italia ne arrivavano tutti i giorni: erano i club e i procuratori: "mi raccomando – dicevano- occhio alle gambe, non fatevi male, tornate presto...oppure ci aggiornavano minuto per minuto sulle trattative di mercato che ci vedevano protagonisti: difficile mantenere la concentrazione e dare il massimo in un clima così". Figlia di un'altra epoca olimpica l'esperienza di Gentile "E' vero, le telefonate ci sono state e ci saranno sempre, ma i ragazzi diedero il massimo e furono molto professionali: altrimenti non saremmo arrivati a giocarci le medaglie, rimanendo in corsa fino ai giorni conclusivi del torneo"

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