Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2011 alle ore 08:13.

Un dipendente della MiniGears, la prima società manifatturiera italiana ad arrivare a SuzhouUn dipendente della MiniGears, la prima società manifatturiera italiana ad arrivare a Suzhou

A intuire le attrattive di Suzhou, ovviamente, non sono stati solo gli italiani. Lo dimostra il fatto che un terzo delle aziende globali che figurano nella classifica "Fortune 500" hanno stabilito da tempo una presenza produttiva in quest'angolo del Jiangsu. Asus, Sony, Samsung, Logitech, Bosch, Areva, Caterpillar: basta farsi un giro nei parchi industriali di Suzhou, dove oggi operano oltre 20mila imprese straniere, per rendersene conto.

La municipalità locale, che nella migliore tradizione cinese è molto attenta a valutare i costi e i benefici degli investimenti stranieri sul territorio, ha notato subito la grande effervescenza italiana in zona e ha deciso di stabilire un rapporto ufficiale con le aziende del Belpaese operanti a Suzhou. «Quest'attenzione si è concretizzata nell'istituzione di un incontro fisso che ormai si svolge da quattro anni, durante il quale poniamo una serie di domande di carattere operativo ai rappresentanti della municipalità» spiega Fiorenzo Brioschi, general manager di Zamperla.

Alla nomenklatura locale gli investimenti italiani stanno così a cuore che il Suzhou New District, uno due parchi industriali cittadini, ha deciso addirittura di creare al suo interno un'area dedicata all'insediamento delle piccole e medie imprese italiane. Si tratta di un progetto molto interessante perché consente ad aziende di taglia ridotta, per le quali l'avventura cinese è sempre un passo rischioso, difficile e oneroso, di avvalersi di una serie di servizi comuni: dalla segreteria all'interpretariato, dai dormitori alla ricerca del personale, dalle mense ai trasporti.

A Suzhou, quindi, gli investimenti italiani trovano le porte aperte. Ma a un patto: che i progetti abbiano i requisiti richiesti da un Governo locale sempre più attento all'impatto ambientale degli insediamenti industriali. «Oggi Suzhou chiede alle aziende straniere di portargli tecnologia, innovazione, ricerca. Per le aziende con produzioni a basso valore aggiunto, energivore e inquinanti qui ormai non c'è più spazio», conclude Antonello.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi