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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2012 alle ore 13:35.

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Il campionato europeo del 1976, organizzato dalla Jugoslavia, segna l'introduzione dei calci di rigore in caso di parità dopo i tempi supplementari. Veniva così abolita la consuetudine che voleva la ripetizione della partita in quei casi. Quell'edizione aveva una protagonista annunciata: la Germania Ovest, reduce dal successo mondiale nel 1974 e detentrice anche del titolo europeo del 1972.

L'era Bernardini - L'Italia deve fare invece i conti con un periodo di rinnovamento obbligato dopo i mondiali del 1974: il fallimento di quell'edizione aveva indotto la Federazione ad una drastica rivoluzione. Artemio Franchi nell'agosto del 1974 chiama Fulvio Bernardini, 68 anni, da sempre critico nei confronti della gestione tecnica precedente. Bernardini occuperà il ruolo di Commissario Unico di tutte le Nazionali, coadiuvato da Enzo Bearzot per l'Under 23 e da Azeglio Vicini per l'Under 21. Il primo scoglio da superare è proprio l'avvicinamento e la qualificazione agli Europei del 1976: nel settembre del 1974, Bernardini programma diverse partite di allenamento, in cui alterna addirittura cinquantacinque giocatori, pescando anche in serie B e i n C. In questo via vai di volti nuovi, abbandonano definitivamente la Nazionale gli ultimi reduci del Mondiale, tra cui Mazzola, Rivera e Riva.

Qualificazioni amare - Nella corsa europea l'Italia finisce nel gruppo V, con i nuovi astri nascenti del calcio europeo dell'Olanda, quindi con Polonia e Finlandia.
L'esordio contro l'Olanda, a Rotterdam, va in scena il 20 novembre del '74: Bernardini si illude di aver trovato il bandolo della matassa dopo un primo tempo ad alto livello, in cui brilla il debuttante Antognoni, pescato nell'under23 di Bearzot. L'arbitro, il russo Kasakov, la pensa diversamente: prima nega due rigori a Boninsegna, quindi convalida il primo gol di Cruijff realizzato in netto fuorigioco. Le altre partite di qualificazione, dimostrano quanto sia ancora lungo il lavoro di Bernardini: il 19 aprile del 1975, gli azzurri non vanno oltre lo 0-0 contro la Polonia, quindi due mesi più tardi, arriva lo stentato successo per 1-0 sulla Finlandia, con un rigore di Chinaglia. La Federcalcio cambia ancora: Bernardini assume un ruolo di supervisore tecnico, con Bearzot che va in panchina. Sul campo, però, la situazione non muta: la Finlandia riesce addirittura a strappare lo 0-0 all'Olimpico nella gara di ritorno, stesso risultato a Varsavia, contro la Polonia. Il successo contro l'Olanda, datato 22 novembre 1975 con gol di Capello, non serve agli azzurri per agguantare la qualificazione: l'Italia chiude ad un punto da Olanda (che passa ai quarti per differenza reti) e Polonia, chiudendo così anzitempo la sua esperienza alla rassegna europea.

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