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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2012 alle ore 13:28.

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Sono a Berlino per una riunione di lavoro, un progetto da presentare all'Ue che cercherà di far amare, e non temere, ai giovani europei questo periodo di furibondi avanzamenti nella scienza, che la ricerca e soprattutto l'innovazione producono oramai 24 ore al giorno. Ma non è questo il punto.

Chi l'avrebbe mai detto quando si fissò la data e il posto che sarebbe stato anche il "Giorno della Partita".
Si perché subito ti accorgi che quella che per te è una bella sfida ricorrente, la prima mitica Italia Germania con finale da infarto è del 1970, qui ha il valore di una medievale "prova di Dio". Le auto hanno bandiere ovunque, le case idem, si preparano televisori all'aperto dappertutto nei bar. La gente si veste e traveste.

Mi muovo per le 19, incontro mio figlio che lavora all'Università qui, senza per questo sentirsi un cervello fuggito, anzi. In Germania fanno molto conto sulla formazione post universitaria e vincolano un notevole numero di posti , fino al 50%, per non tedeschi. E infatti nel suo gruppo di lavoro ci sono matematici di molti continenti.

La prima frase è «come al solito la Bild ci tratta da delinquenti» . Si sa che quel giornale non è tenero con gli italiani e pesca nel repertorio dei luoghi comuni più rozzi, come il pezzo di un paio di giorni fa che titolava «gli italiani ci rubano i gol e le donne». Pure masochista se vogliamo, basta allenarsi per riuscire.

Mentre andiamo al luogo convenuto, cos'altro se non la pizzeria italiana "Ai due forni" con tre schermi tre, la quantità di giovani e anziani, uomini e donne, con la bandiera tedesca dipinta sulla faccia, al collo come corona di fiori, perfino come parrucca posticcia, più mantello, scialle e altri usi più normali aumenta paurosamente. Mi sento l'ago nel pagliaio.
Aspettando il cambio metro a Hermannplatz una scena che vale la serata. Il solito poveretto, 40 anni o giù di lì, alcolizzato e buttato per terra con le sue poche cose, si fa una sigaretta lentamente. Passa davanti a lui, e a noi, un tedesco di colore con cappello da tifoso, bandiera e simili. Lui per un attimo risorge e sibila con la saggezza che gli viene dagli antenati teutoni : «17 anni che non vinciamo con l'Italia , neanche stasera ci andrà bene». L'altro si ferma allibito e inizia a indottrinarlo dicendo che non è patriottico, come se in quelle condizioni uno potesse permetterselo, e poi via... Italien, mafia e altro.

A Brandeburgo pare ci siano già centinaia di migliaia di persone e man mano che arriviamo verso Mauerpark la quantità di polizia, piuttosto quadrata di conformazione, per fortuna aumenta.
Alla pizzeria tifo bipartizan, la pizza attira e ci sono anche tifosi tedeschi. Arrivano gli altri amici italiani, con supporter vari: un giovane matematico canadese Philippe, che tifa Italia e un altrettanto giovane manager americano che fra una fidanzata americana e una italiana non ha avuto dubbi. Si infiltra anche una simpatica ragazza tedesca per motivi simili. La tavolata è pronta e si inizia con le scaramanzie e con le pizze, molto buone.

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