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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2012 alle ore 23:07.

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La Spagna «mata» l'Italia. Nella foto Mario Balotelli in lacrime (Afp)La Spagna «mata» l'Italia. Nella foto Mario Balotelli in lacrime (Afp)

Una grande Spagna, decisamente fuori portata per l'Italia, si porta a casa con pieno merito anche l'Europeo 2012 ed entra direttamente nella storia del calcio. Nessuno aveva mai centrato prima il trittico Europeo-Mondiale-Europeo. E' giusto sia toccato alla grande nazionale di Del Bosque non solo per la qualità del suo calcio, ribadita da una grande finale.

Ma anche per aver corso il rischio di ri-giocare contro l'Italia, l'unica squadra che l'aveva fermata e messa in difficoltà, rifiutando la sola ipotesi di un pareggio di comodo con la Croazia che avrebbe eliminato gli azzurri.

Si era visto sin dall'avvio che l'Italia non era quella della Germania né, soprattutto, la Spagna era quella del Portogallo. Altro piglio, altra velocità di palleggio, altra determinazione di riconfermare le gerarchie. Un destro alto di poco di Xavi, poi prima del quarto d'ora il primo dei due capolavori. Una palla profonda di Iniesta per Fabregas, una chiusura ritardata di Chiellini e un pallone dipinto sulla testa di Silva per la girata all'incrocio: ci vuol più tempo a raccontarlo di quanto ne abbiano impiegato gli spagnoli a realizzarlo.

Al 20° la resa di Chiellini, da ricaduta di stiramento, poi una buona reazione azzurra. In particolare con una serie di calci d'angolo, che hanno costretto Casillas a due uscite tanto rischiose quanto efficaci. Bravo De Rossi a organizzare e a guidare la reazione, ma né Marchisio né Montolivo sono in grado di assecondarlo. E Pirlo non è il solito Pirlo, come la Spagna del resto che sta giocando nettamente la sua partita migliore. La conferma al minuto 41. Una combinazione Jordi Alba-Xavi- Jordi Alba di precisione chirurgica, e il 2-0 implacabile sulla vana uscita di Buffon.

Splendido l'avvio della ripresa, con Di Natale al posto di Cassano. Totò ci prova subito di testa, alto di poco, poi non riesce ad angolare una girata. Ma è la Spagna a rendersi assai più pericolosa con un grande Fabregas, salvataggio di Buffon, poi con un colpo di testa di Sergio Ramos salvato da un netto mani di Bonucci su cui l'arbitro Proenca grazia gli azzurri. Per rimontare servirebbe un miracolo. Prandelli opta invece per un cambio incomprensibile, Motta per Montolivo.

E il dio degli stadi decide di punire il Ct seduta stante, con uno stiramento che lo stesso Motta accusa dopo nemmeno quattro minuti dal suo ingresso in campo. Italia in dieci, e Spagna più che mai padrona del campo. Sino alla doppietta finale, di Torres e Mata, che dà alla vittoria spagnola la dimensione del trionfo.

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