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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2012 alle ore 15:17.

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Ben 34 fiducie, 26 decreti legge varati (23 convertiti in legge), 17 disegni di legge deliberati dal Consiglio dei ministri (8 approvati definitivamente dalle Camere), il tutto in circa nove mesi di lavoro, da metà novembre del 2011 ad oggi. Ne ha fatta di strada il Governo dei tecnici, in questi giorni al giro di boa del suo mandato rispetto alla scadenza naturale della legislatura, nella primavera del 2013. Un passaggio che Mario Monti e suoi ministri sfrutteranno per fare un punto sull'attuazione delle riforme fatte e impostare gli interventi per lo sviluppo delle prossime settimane. L'appuntamento è già fissato per il Consiglio dei ministri del 24 agosto, nel quale verranno esaminate le proposte dei ministri, fra le quali il pacchetto già consegnato da Corrado Passera a Monti con l'agenda digitale, le misure per le start up e le nuove semplificazioni per le imprese (si veda l'intervista sul Sole 24 Ore del 5 agosto).

Ma torniamo al documento programmatico del premier Mario Monti di novembre, quello della prima fiducia, dove troviamo molto di quanto poi effettivamente è andato in porto nei mesi successivi. Oltre a questo, il Governo ha "portato a casa" risorse per contrastare emergenze impreviste al momento dell'insediamento (il terremoto in Emilia), o previste solo a grandi linee, come la crisi dei mercati (scudo anti spread in sede europea), su cui ha ottenuto una soluzione europea.

Che cosa rimane di "incompiuto"? Sicuramente il taglio delle Province e dei privilegi della "casta" sono per ora a metà del guado, la delega fiscale è ancora lontana dall'approvazione, e la semplificazione dei procedimenti amministrativi è ancora da completare. Vediamo allora i capitoli principali senza dimenticare il peso e l'importanza di altri provvedimenti qui non ricordati per esteso come la spending review, appena approvata e che dovrà ora affrontare una complessa fase di implementazione (si veda Il Sole 24Ore di ieri), o i complessi decreti dei primi mesi di Governo, con le liberalizzazioni e le prime misure per lo sviluppo.

Riforma fiscale
La riforma fiscale (si veda la pagina a fianco) resta la grande promessa, ancora incompiuta. L'emergenza pareggio di bilancio e la pressione dei mercati hanno finito per rinviare a questo ultimo scorcio di legislatura la possibilità di riscrivere le regole del Fisco. L'obiettivo dichiarato fin dal principio dal Governo Monti è stato quello di arrivare a un sistema più equo, trasparente e orientato alla crescita. Il disegno di legge delega alla fine è approdato ufficialmente in commissione Finanze alla Camera solo il 15 giugno scorso. Ora dovrebbe ripartire con l'intento di arrivare a varare almeno alcuni principi ritenuti strategici per il nuovo fisco. A partire dalla certezza del sistema tributario, la cui assenza finisce per generare costi aggiuntivi negli adempimenti e continui contenziosi.

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