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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2012 alle ore 15:17.

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C'è poi la tanto attesa riforma del catasto, soprattutto all'indomani della stangata Imu che ha fruttato all'erario oltre 9 miliardi di euro attesi per l'acconto di giugno. La revisione delle rendite e del valore patrimoniale dell'immobile sarà più vicino a quello di mercato, alla sua localizzazione e alle caratteristiche edilizie. Revisione del sistema sanzionatorio e revisione del reddito d'impresa con l'introduzione dell'imposta sul reddito dell'imprenditore (Iri) saranno gli altri passaggi chiave della riforma.

Lavoro e scuola
Su riforma del mercato del lavoro e valutazione delle istituzioni scolastiche (e, necessariamente, anche dei professori) il Governo ha adottato i primi provvedimenti, dando attuazione, almeno dal punto di vista normativo, alle richieste avanzate dall'Europa. Fin da subito il presidente del Consiglio ha sottolineato l'emergenza-giovani. A questa urgenza tenta di dare una prima risposta la riforma del lavoro varata a fine giugno (e subito corretta con il decreto Sviluppo, a fine luglio), entrata in vigore lo scorso 18 luglio. È stata introdotta una stretta, poi riequilibrata in Parlamento, per prevenire gli abusi nella flessibilità in entrata, puntando tutto sul contratto di apprendistato che dovrà diventare il canale d'ingresso privilegiato nel mercato del lavoro. Si è toccato, seppur lievemente, l'articolo 18 e dal 2017 entrerà in vigore un nuovo sistema di ammortizzatori sociali legati di più alle politiche attive. Un mercato del lavoro più dinamico e inclusivo ha bisogno anche di un nuovo approccio alle relazioni industriali. Il punto di partenza dovrà essere l'accordo interconfederale del 28 giugno scorso su contratti e rappresentanza, ma ampio spazio dovranno avere anche gli accordi in deroga previsti dall'articolo 8 della manovra estiva 2011. E un buon banco di prova sarà l'autunno, quando andranno rinnovati importanti contratti di lavoro, per un bacino di addetti di circa 4 milioni.
Altro tabù che sta per essere scalfito è la valutazione delle scuole per predisporre piani di miglioramento nelle realtà più problematiche con il rafforzamento dell'Invalsi che sarà affiancato da Indire e dagli ispettori ministeriali.

Pensioni
Su questo versante il lavoro è stato portato sostanzialmente a termine. L'articolo 24 del decreto "Salva Italia" completa un percorso di riforma della previdenza che si era aperto nel 1992-95 ma che non era ancora arrivato a regime. Per tutti i lavoratori è scattato il passaggio al regime di calcolo contributivo dal 1° gennaio scorso. E dalla stessa data è uscita di scena la pensione di anzianità. Al suo posto gli unici canali di pensionamento diventano la vecchiaia e la pensione anticipata (con 42 anni di contributi e una penalità per chi si ritira prima dei 62 anni). L'età pensionabile, a partire dal prossimo anno, verrà aggiornata alla longevità e in ogni caso non potrà essere inferiore ai 67 anni dal 2021 in poi (sono previsti aumenti graduali per uomini e donne del settore privato mentre per le dipendenti pubbliche è salita a 66 anni da quest'anno). Sono stati armonizzati tutti i trattamenti che prevedevano deroghe e per fare cassa s'è disposto il blocco temporaneo delle rivalutazioni basate sull'inflazione per gli assegni superiori a 1.400 euro negli anni 2012 e 2013.

Dismissioni
Rispetto alle indicazioni date nel discorso programmatico del presidente del Consiglio, cioè la dismissione di immobili per 5 miliardi l'anno nel prossimo triennio, il Governo ha recentemente alzato il tiro. Il ministro dell'economia, Vittorio Grilli, ha parlato di un piano di dismissioni per 15-20 miliardi di euro l'anno per i prossimi cinque anni. Vendite finalizzate alla riduzione progressiva dello debito pubblico nel quadro dei saldi di bilancio già fissati. Gli strumenti previsti per realizzare questo obiettivo passano per l'attivazione di una Sgr tra ministero dell'economia e Agenzia del Demanio, società che a sua volta attiverà fondi ad hoc per la valorizzazione e la vendita degli immobili pronti per il mercato (si dovrebbe partire da un primo blocco di 350 immobili dello Stato per un valore di 1,5 miliardi di euro). Nel frattempo sono state dismesse le partecipazioni del Tesoro in Simest, Sace, e Fintecna, trasferite a Cassa depositi e prestiti con un incasso previsto di 10 miliardi.

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