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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2012 alle ore 06:47.

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«L'America ha imboccato la strada della Grecia e dell'Europa grazie alle politiche di Obama, la nostra economia è in panne». Usando ancora una volta lo spauracchio della crisi europea e delle "fallite" politiche avviate da Obama per stimolare la crescita, Mitt Romney ha cercato ieri di riportare il dibattito sul tema dell'economia, quello che avrebbe dovuto essere il suo cavallo di battaglia in questa campagna presidenziale.

Ma se anche gli ultimi dati economici usciti ieri vanno a sfavore di Obama - ordini di beni durevoli in picchiata in agosto (-13,2%), crescita del Pil più anemica di quanto non si temesse nel secondo trimestre (+1,3% anziché +1,7%) - i sondaggi confermano lo stesso che il candidato repubblicano ha perso interamente il vantaggio di cui godeva persino sul tema dell'economia. L'argomento che sta più a cuore all'elettorato americano, l'argomento su cui Obama è più vulnerabile.
L'ultimo sondaggio della Gallup tuttavia dà Obama in vantaggio di 6 punti percentuali a livello nazionale, il 50% contro il 44% di Romney.

Anche in Virginia, uno stato tradizionalmente repubblicano dove Obama riuscì tuttavia a vincere nel 2008 e dove entrambi i candidati erano ieri in cerca di voti, il presidente è in testa, anche se di poco. Il vantaggio di Obama si è allargato addirittura nei due swing states della Florida e dell'Ohio, a 53% contro 43%, un progresso che potrebbe rivelarsi decisivo per segnare una vittoria democratica in novembre, dato che nessun repubblicano ha mai conquistato la presidenza senza vincere in Ohio. Obama sta guadagnando terreno (54% a 39% secondo la Pew Research) anche tra i cattolici, che costituiscono un quarto dell'elettorato americano; e nonostante gli attacchi di Romney continua a mantenere un ampio tasso di approvazione in politica estera: il 49% degli intervistati da Bloomberg dichiara di avere più fiducia in Obama che in Romney (39%).

Uno dopo l'altro i sondaggi di opinione stanno mettendo in luce i gravi danni causati dalle numerose gaffe e dai numerosi passi falsi commessi da Romney degli ultimi giorni. Solo una vittoria decisiva nel faccia a faccia di mercoledì prossimo potrà ridare fiato alla campagna repubblicana, e ne sono convinti quasi tutti gli opinionisti di entrambi i partiti politici. «Da importante il dibattito di mercoledì è diventato cruciale - ha detto l'esperto repubblicano di sondaggi Steve Lombardo a Politico -. Romney ha bisogno di vincere per continuare a ricevere finanziamenti, e per avere una chance di vittoria in novembre. Un pareggio non basta più».

Obama nel frattempo ha iniziato a utilizzare a tappeto nei suoi spot televisivi l'infelice frase pronunciata lo scorso maggio da Romney a una raccolta fondi in Florida. Parlando a un pubblico di facoltosi sostenitori, Romney aveva definito il 47% degli americani che non paga tasse «vittime che preferiscono dipendere dall'assistenza pubblica». L'affermazione, registrata di nascosto, rafforza l'immagine elitista del milionario Romney, percepito da una crescente parte dell'elettorato come un insider di Wall Street incapace di comprendere i problemi della gente.

Il video segreto ha fatto la fortuna di Obama. A cinque settimane e mezzo dalle elezioni, il danno per Romney potrebbe essere insanabile e i suoi sostenitori potrebbero perdere fiducia in lui. È partito intanto il conto alla rovescia per il primo dei tre dibattiti Obama-Romney, e l'ansia cresce in campo repubblicano.

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