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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2012 alle ore 10:05.

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New York - Barack Obama e Mitt Romney arrivano all'ultimo fine settimana prima del voto presidenziale di martedi' sostanzialmete appaiati nei sondaggi, ma con Obama in recupero. La media delle indagini d'opinione vede il leader democratico tornato il lieve vantaggio sullo sfidante repubblicano. Stando alla media delle "polls" calcolata da Real Clear Politics, Obama e' avanti di 0,3 punti percentuali, con il 47,5% contro il 47,2% di Romney. Piu' rilevante del minimo distacco e' il fatto che si tratta del primo vantaggio in questa media dai dibattiti presidenziali, quando Romney lo sorpasso' di quasi un punto percentuale.

Obama puo' inoltre contare su un vantaggio nei collegi elettorali: con le elezioni del presidente che dipendono dal numero di grandi elettori conquistati da ciascun candidato - un numero proporzionale alle dimensioni dei singoli stati - Obama e' in testa in cruciali stati incerti quali Iowa, Wisconsin, Nevada e soprattutto Ohio. Con questi stati, se non ci saranno sorprese altrove, il presidente potrebbe aggiudicarsi 277 grandi elettori, varcando la soglia minima di 270 necessaria a aggiudicarsi un secondo mandato alla Casa Bianca.

Obama, per risalire la china, ha potuto far leva su piu' sviluppi politici favorevoli: anzitutto la sua risposta alla superbufera Sandy, dove ha mobilitato con rapidita' le risorse federali nei soccorsi alle vittime sulla costa orientale devastata. Tanto da ricevere gli elogi di Cjris Christie, governatore repubblicano del New Jersey e sostenitore di Romney. Obama ha intascato anche l'appoggio formale del sindaco-imprenditore di New York, Michael Bloomberg, che ha citato l'impegno nella lotta al cambiamento climatico tra le ragioni della sua scelta.

Il presidente ha poi potuto mettere in evidenza le schiarite sull'economia, la principale preoccupazione degli americani: in ottobre sono stati creati 171.000 posti di lavoro, piu' delle attese. Obama non ha tardato a rivendicare "progressi reali" nel risanamento economico parlando ieri in Ohio.

Proprio in Ohio, grande stato industriale, Romney ha compiuto una rischiosa scommessa politica - o una pericolosa gaffe stando ai critici. Ha attaccato in pubblicita' finite sotto gli occhi di tutti il salvataggio governativo dell'auto, affermando che la General Motors e la Chrysler "venduta agli italiani" (alla Fiat) vogliono spostare produzione in Cina a scapito dei lavoratori americani. Obama, che volera' in Ohio ogni giorno fino a martedi' per comizi elettorali, ha definito l'attacco una menzogna e le stesse aziende sono intervenute, un caso raro alla vigilia di elezioni, per smentire direttamente il candidato.

Romney rimane pero' vicino a Obama nei sondaggi, nazionali come locali. La partita si gioca tuttora su pochi punti percentuali di distacco in stati come la Virginia e l'Ohio (tre punti, 50% a 47%, stando alla Cnn). E il portabandiera repubblicano conta entro martedi' di poter effettuare un nuovo sorpasso sul presidente. E' cosciente che nessun repubblicano ha mai vinto la presidenza senza riuscire a conquistare l'Ohio. Romney ha inoltre lanciato nuove offensive in stati tradizionalmente democratici quali il Minnesota, il Michigan e la Pennsylvania, dove spera di mettere a segno una sorpresa puntando sulla debolezza di Obama nell'elettorato popolare maschile. Nelle ultime ore ha continuato a denunciare il fallimento delle politiche economiche di Obama: ha parlato di una crescita "in stallo" e sottolineato l'esistenza ancora oggi di 23 milioni di disccupati e sottoccupati.

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