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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2012 alle ore 18:54.
Mesi fa pochi davano chance a Mitt Romney, il candidato repubblicano alla Casa Bianca che ha vinto le primarie del suo partito per mancanza di alternative moderate e convincenti. A ben pensare però, a inizio 2008, erano molti a dire che il giovane candidato Obama, vincitore delle primarie democratiche contro Hillary Clinton, mai avrebbe conquistato il decisivo voto ispanico, cosa che poi puntualmente avvenne. Oggi come quattro anni fa, a tre settimane dall'Election day, la corsa alla Casa Bianca è aperta.
Come sempre i voti si contano, Obama e Romney lo sanno e con questa consapevolezza vanno al secondo dibattito tv alle 9 della sera americana (le 3 della notte italiana). I sondaggi ballano fra i due candidati come i dodici Stati chiave. Anche se secondo l'ultimo sondaggio Gallup Romney è al 50%, in testa di quattro punti su Obama. Ipsos, invece, dà il presidente in testa sul candidato repubblicano di tre punti, col 46% delle preferenze.
«Mi sento in forma straordinaria» assicura il presidente ai giornalisti a poche ore dall'incontro «guardate che splendida giornata». Ottimismo obbligato dopo il primo match perso male a cui il vice Joe Biden ha solo messo una pezza, e sul punto non tutti concordano. Dopo il sorpasso dei giorni scorsi, l'ultimo sodaggio Ipsos/Reuters dà in vantaggio Obama mentre il consulente della sua campagna, Robert Gibbs, promette a MSNBC: «Vedrete un uomo forte, appassionato, energico, che non parlerà solo dei prossimi quattro anni ma di come vede il futuro e spiegherà come far progredire la nostra economia». Una rassicurazione che implicitamente conferma il fallimento del primo dibattito. Uno spot: rivedrete Obama 2008, nel primo incontro non pervenuto.
Dall'altra parte, il presidente democratico troverà uno che ci crede sempre di più: «Il problema non è capire chi si occupa dei poveri e della classe media (cioè Obama ndr) ma chi può aiutarli: l'unica persona che può fare quacosa per loro sono io» dice Romney dieci giorni fa, dimostrando di saper gestire la clamorosa gaffe sul 47% di americani «vittime e scrocconi» rivelata da un video rubato a una cena. Da settembre Romney è in continua rimonta, negli ultimi venti giorni ha concentrato gli incontri pubblici negli Stati chiave (swing States, quelli che traballano, non ancora assegnati e alla fine decisivi): Florida, Nevada, Colorado, Ohio.
La serata cruciale per la corsa alla Casa Bianca sarà un incontro diverso dal primo: questa volta a porre le domande per 90 minuti saranno 80 elettori indecisi selezionati dalla società di sondaggi Gallup, riuniti all'Università Hofstra di Hampstead, Long Island, location prescelta per la formula town hall, dibattito tv aperto al pubblico quindi più imprevedibile in cui conterà non tanto la capacità di sopraffare l'avversario quanto quella di interagire con successo con la gente comune. La moderatrice, la giornalista della Cnn Cindy Crowley, dovrà selezionare le domande degli elettori, il primo a rispondere sarà il repubblicano. Time Magazine scrive che Obama e Romney hanno firmato un Memorandum of understanding che impegna la Crowley a non fare domande o osservazioni per approfondire i quesiti del pubblico, limitando il suo ruolo alla scelta dei temi e al controllo sui tempi. È chiaro però, spiega a Reuters il professore di scienze politiche Andrew Taylor della North Carolina State University che «stavolta la pressione sarà tutta su Obama». Argomento chiave sarà ancora una volta l'economia, materia che ordinary people maneggia ormai piuttosto bene.
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