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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2012 alle ore 06:39.

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Il giudizio è unanime: Barack Obama ha vinto ai punti il dibattito con Mitt Romney. A questo punto la battaglia per la conquista della Casa Bianca si sposta ancora più verso il centro e gli elettori ancora indecisi. Ciò consentirà al presidente di stabilizzare la corsa ma non necessariamente di recuperare il terreno perduto dopo il primo confronto. C'è anche un nuovo dato problematico per il Presidente, un sondaggio di Gallup per la settimana che si è chiusa martedi, subito prima del dibattito, dava a Romney una preferenza del 51% contro il 45% per Obama tra gli elettori probabili e del 48% contro il 46 tra quelli registrati.

E da quella posizione il Presidente potrà recuperare ma non necessariamente ribaltare la nuova situazione, anche se la media nazionale di tutti i sondaggi è più rassicurante per i democratici, dà Romney al 46,78% contro il 46% per Obama. Ma Obama è in vantaggio negli stati Chiave, in Ohio, in Nevada, in New Hampshire, in Pennsylvania in Michigan quelli che contano davvero per il risultato finale. Ed è grazie a questa sua posizione di vantaggio in questi stati che Obama gode del vantaggio piu' importante sui voti elettorali: dall'ultimo conteggio in base allo schieramento dei 50 stati per i due candidati, risultava che Obama avesse 237 voti elettorai contro i 191 di Romney.

Per vincere la Casa Bianca ci vogliono 270 grandi voti. Bene per Obama dopo lo scontro alla Hofstra University e dopo un dibattito che ha fatto storia per l'aggressività e per il confronto quasi fisico dei due candidati. Ma non benissimo.
È su questo dunque, sul posizionamento al centro, che entrambi i candidati stanno già lavorando. E dal tenore delle dichiarazioni di ieri, dei nuovi spot, delle tappe elettorali, nel post dibattito, emerge con chiarezza un risultato “strisciante” che Barack Obama si è invece assicurato martedì sera qualcosa che vale molto più della semplice vittoria ai punti nel confronto diretto: Il Presidente è riuscito, attacco dopo attacco, a chiudere Romney nell'angolo della destra dal quale il repubblicano era riuscito ad uscire nel primo dibattito.

Nel contesto strategico del post dibattito è questo l'esito più importante per gli strateghi di Obama perché sul fronte dell'economia, su quello fiscale, su quello dei diritti civili, Romney da ieri si trova di nuovo sulla difensiva.
Lo conferma uno spot televisivo che Romney ha già messo in onda negli stati chiave subito dopo il dibattito. Il video presenta una donna che dice «non sapevo che Romney fosse a favore dei contraccettivi liberi per le donne, né che approvasse l'aborto in alcuni casi estremi... come lo stupro o se la vita della donna è in pericolo...». È questo dunque il primo terreno di scontro violento da qui alle prossime settimane. E la tematica non riguarda soltanto le politiche sociali e lo spostamento al centro di Romney che ieri si è recato in Virginia, ma riguarda in generale il voto femminile, dove il candidato repubblicano ha fatto nelle ultime settimane meglio di Obama.

Uno dei punti a favore di Romney nel dibattito è stato proprio quello relativo al fatto che le donne hanno perso più posti di lavoro degli uomini durante l'amministrazione Obama.
Obama invece, nelle sue tappe di ieri in Iowa e Ohio, due stati chiave dove si trova in vantaggio e che non puo' permettersi di perdere, ha battuto molto sull'economia. E ha ricordato un dato uscito proprio ieri mattina che conferma come l'economia americana si stia riprendendo: le nuove costruzioni per il mese di settembre sono aumentate del 15%. Si tratta del rimbalzo più importante in quattro anni e dell'ultima conferma di quanto il settore immobiliare si sia non soltanto ripreso, ma sia diventato uno dei traini della ripresa.

Anche sul fronte occupazione Obama può contare su dati positivi: una rilevazione di Gallup anticipa che il dato per il mese di ottobre, che sarà comunicato venerdì due novembre, quattro giorni prima delle elezioni, mostrerà un miglioramento fino a 7,3% per il tasso di disoccupazione dal 7,8% attuale.
È lungo queste direttrici che i due candidati combatteranno a distanza per ritrovarsi il 22 di ottobre nel loro ultimo confronto diretto che, secondo gli esperti, si chiuderà con un pareggio. Nel frattempo è la battaglia per il centro che diventa chiave, perché, come ci ha detto martedì notte David Axelrod, quando lo abbiamo incontrato nella “spin room” alla Hofstra University, «Ormai le elezioni sono nelle mani di quel 3-4% di indecisi, ci concentreremo su di loro per far capire che questo Presidente rappresenta l'unica scelta per la difesa dei valori americani da qui ai prossimi quattro anni».

Romney in effetti non è riuscito a dare concretezza alle sue promesse economiche, diceva sempre: «La mia esperienza di uomo d'affari mi consentirà di aumentare l'occupazione...». Di quanto? Non è chiaro. Romney parla di 12,5 milioni di nuovi occupati, ma quelli dovrebbero essere già impliciti nella crescita stimata per i prossimi quattro anni. E sulle tasse come taglierà quasi 8.000 miliardi di dollari senza compensare sul fronte fiscale? Lo scontro dunque è aperto e la corsa a meno di colpi di scena, si chiuderà sul filo di lana.

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