Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2012 alle ore 09:04.

My24

Ci sono aspettativa e preoccupazione nel Pdl dopo i fuochi artificiali sparati sabato sera da Silvio Berlusconi a villa Gernetto. I falchi sognano una resa dei conti con zavorra a mare, ed un ritorno in campo del Cavaliere da grande condottiero e chiedono la testa di Alfano. Le colombe invece fanno prevalere la propria voce ed invitano alla cautela, assecondano il presidente sulla battaglia per la giustizia e sul fisco, ma lo lasciano solo nella guerra contro il governo.

Intanto in molti, dentro e fuori il partito, si chiedono se Berlusconi abbia davvero i numeri nel Pdl per chiudere la parentesi dell'esecutivo dei tecnici. Lo stesso capogruppo della Lega nord alla Camera Giampaolo Dozzo tra il serio ed il faceto domanda: «Sarà Berlusconi a staccare la spina al governo Monti o saranno Alfano e company a staccarla a lui?».

Il silenzio del segretario Angelino Alfano si fa assordante, mentre c'è convinzione che nei prossimi giorni si vada alla riunione degli organi di partito. Nel caso dell'ufficio di presidenza, la prospettiva è che le velleità del Cavaliere siano ricondotte a posizioni più moderate. Ne è certo il governatore della Lombardia Roberto Formigoni. «Berlusconi - sottolinea - ha subordinato il 'se cade Montì a una discussione nel nostro ufficio di presidenza e sono convinto che l'ufficio dirà di no alla caduta di Monti». Ma se Berlusconi decidesse di andare ad una conta vera e propria, convocando i gruppi, l'esito potrebbe essere quello di una vera e propria spaccatura.

Qualche fedelissimo che ha sentito Berlusconi al telefono nel suo day after lo descrive tutt'altro che agguerrito, in una fase di quiete dopo la tempesta. Quasi in attesa di eventi: accadimenti come il voto in Sicilia ad esempio, primo importante banco di prova, che tra gli altri indicatori racconterà qualcosa in più sulla vera forza di Beppe Grillo e del suo Movimento 5 stelle. E le eventuali reazioni di spread e mercati, dopo le esternazioni del Cavaliere.

Il Carroccio, che continua ad essere il principale interlocutore del Pdl - non fosse altro per le alleanze che li accomuna nei governi del nord - guarda con grande interesse al processo innescato, una «nuova fase politica» la definisce ancora Dozzo, un «predellino 2» per dirla alla Calderoli.

Intanto Fabrizio Cicchitto anche ieri è tornato a vestire gli abiti del pompiere («Va evitata la crisi, ma si deve ridurre la pressione fiscale»), continuando a battere la linea di unire i moderati, e difendendo il segretario Angelino Alfano dagli attacchi di Daniela Santanchè. E come lui molti altri hanno preso le distanze da Berlusconi riducendo di fatto l'uscita di ieri sera uno "sfogo".

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi