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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2012 alle ore 18:00.
L'ultima modifica è del 05 novembre 2012 alle ore 15:20.

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La campagna per le primarie del Pd entra sempre più nel vivo. A margine della visita al campus universitario di Torino, Pier Luigi Bersani annuncia che, al prossimo congresso del partito, non si candiderà alla poltrona di segretario («Credo che al prossimo congresso debba girare la ruota», afferma). «Abbiamo un sacco di sindaci, che sono enormi risorse, certamente Renzi e tanti altri amministratori. Volete mica fare adesso il giochino del Governo?». Il segretario del Pd ha risposto in questo modo ai giornalisti sull'ipotesi che in un suo eventuale futuro governo ci sia posto anche per Matteo Renzi, come ministro.

Renzi: no a premi di consolazione per chi perde
«Lo ripeto ancora una volta - ha affermato Matteo Renzi a Verbania, tappa del suo tour per le primarie - . Se noi perderemo le primarie saremo leali con chi le ha vinte. Staremo quindi al fianco di chi ha vinto, senza liste né giochi strani. Però - ha poi aggiunto il sindaco di Firenze - io non farò né il ministro, né il sottosegretario, né il parlamentare. Credo infatti che chi perde le primarie debba dare una mano a chi ha vinto ma senza premi di consolazione».

Vendola chiude la porta a un'alleanza Pd-Sel-Udc
Intanto il governatore della Puglia (e candidato alle primarie) Nichi Vendola chiude all'ipotesi di un'alleanza Pd-Sel-Udc: «Non prevedo di stare insieme in un governo con Casini, - afferma - non perchè abbia un pregiudizio nei suoi confronti ma perchè ho un giudizio sulle politiche che ha condotto fin qui». «Il gioco della torre qui non vale. Sto cercando di convincere Vendola - replica Bersani -, ma lui ne è già convinto, che il campo dei progressisti deve presentarsi in modo aperto e dialogante con tutte le forze europeiste di centro, anche moderato».

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