Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2012 alle ore 07:21.
Delle regioni rosse nelle quali al primo turno aveva conquistato la maggioranza, Matteo Renzi tiene solo la Toscana, dove stacca il segretario di oltre 9 punti percentuali (847 seggi scrutinati su 1.024). Ma, a dati quasi definitivi, il sindaco di Firenze perde l'Umbria - 5 punti percentuali in meno rispetto a Bersani (280 seggi su 329) - e le Marche (304 seggi su 348) - 9 punti percentuali di distanza dal segretario Pd -. Che nella sua regione, l'Emilia Romagna conferma la buona performance del primo turno con il 61% delle preferenze (quando sono stati scrutinati 958 seggi su 960). Al segretario Pd va bene pure nel Lazio dove ottiene il quasi il 68% dei voti (604 seggi su 680).
Bersani, come domenica scorsa, va forte nelle grandi città e al Sud dove, grazie anche all'endorsement di Nichi Vendola arriva quasi ovunque oltre il 60% dei consensi. In Puglia (287 seggi su 288) ottiene il 71% (il rottamatore è fermo al 29%), in Campania (618 sezioni su 690) arriva poso sotto il 69% (Renzi è a 31,13%), in Basilicata (154 seggi su 163) è al 72% (Renzi al 28%), in Calabria (328 seggi su 454) si assesta vicino al 76% (il sindaco di Firenze si ferma al 24%). Il segretario Pd fa il pieno di voti anche nelle isole, in Sicilia (413 seggi su 483) raccoglie il 66% dei consensi (Renzi il 33%) e in Sardegna (310 seggi su 370) tocca il 73% (lo sfidante si ferma al 26%).
Il segretario recupera al Nord, dove nel primo turno Matteo Renzi gli aveva dato filo da torcere. In Piemonte quando sono stati scrutinati 466 seggi su 498 è quasi al 58%, mentre il sindaco di Firenze arriva al 42%, lo stacco è leggermente più consistente in Lombardia con il segretario al 60% e il rottamatore al 39% (il dato è riferito a 1251 seggi scrutinati su 1381), percentuale pressoché identica in Trentino Alto Adige, in Veneto e in Friuli Venezia Giulia. In Liguria si amplia il distacco del primo turno, con Bersani che sfiora il 66% (i seggi scrutinati sono 219 su 275) e il rottamatore fermo al 34%.
Guardando al risultato nazionale Bersani (quando sono stati scrutinati 8299 seggi su 9219) supera il totale di preferenze che aveva portato a casa al primo turno, poco più di 1 milione e 395 mila (1.395.096) e arriva a 1.567.155. Matteo Renzi invece non tocca ancora la soglia di una settimana fa, quando aveva totalizzato 1.104.858 voti e, a dati ancora non definitivi, è a 996.332 preferenze.
Il segretario conferma dunque i voti del primo turno ai quali si sono aggiunti quelli che erano andati al leader di Sel, Nichi Vendola. Il sindaco di Firenze invece sembra aver perso una parte dei consensi raccolti una settimana fa, uscendo penalizzato dal confronto diretto con il segretario di partito.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Permalink
Dai nostri archivi
Moved Permanently
The document has moved here.
La cronaca
- Primarie Pd, Renzi: no a un «piano B», vogliamo vincere. Chi si ritira all'ultimo chilometro è un vigliacco
- Vince l'asse Pd-Sel. Bersani recupera nelle regioni rosse, tranne in Toscana
- Renzi e la paura di perdere: arriveranno minaccine. Ai volontari: portate a votare almeno cinque persone
- Le primarie del Pd ora dovranno ispirare anche il centrodestra
- Bersani parte per le primarie e fa benzina a Bettola, suo paese natale. Renzi polemizza sulle nuove regole
Faccia a faccia
- «Fedeli all'Europa del rigore, industria fra le politiche prioritarie»
- Cortesia in diretta, freddezza negli studi. Bersani e Renzi dietro le quinte in tv
- Bersani contro Renzi, duello in tv su Mezzogiorno, fisco, costi della politica. «Siamo in grado di governare»
- Renzi: «Ruberò gli elettori di Nichi e di Pier Luigi»
- Bersani punta sul «fair play» e i voti di Vendola