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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2013 alle ore 20:00.
L'ultima modifica è del 20 aprile 2013 alle ore 10:04.
Ore 17,16. Rodotà: Napolitano bis è indice della crisi die partiti
«Questo è un problema che riguarda il sistema dei partiti che è in grande difficoltà», ha detto Stefano Rodotà da Bari, commentando la scelta dei partiti di ricandidare Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica.
Ore 17,15. Tajani: la decisione di Napolitano rafforza la credibilità italiana in Europa
«La decisione di Napolitano rafforza la credibilità italiana in Europa dopo le incertezze che hanno caratterizzato le ultime settimane», è quanto scrive il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani su Twitter.
Ore 17,13. Wall Street Journal: Napolitano spiana la strada a un'ampia coalizione
Giorgio Napolitano di nuovo in campo per cercare di rompere uno stallo politico che in Italia dura ormai da due mesi. Così il Wall Street Journal sulla decisione del capo dello Stato uscente di ricandidarsi al Quirinale. «Se Napolitano verrà rieletto - scrive il quotidiano Usa - si spianerebbe la strada per la creazione di un nuovo governo appoggiato dai principale partiti del centrodestra e del centrosinistra. Con l'imprimatur di Napolitano», aggiunge il Wsj. «Ma una grande colazione di questo tipo - aggiunge il giornale - avrebbe probabilmente vita breve, limitandosi all'adozione delle riforme più urgenti, quelle in grado di portare l'Italia fuori dalla più lunga recessione dal dopoguerra».
Ore 17,10. Orfini: Rodotà prenda le distanze da Grillo
«Mi auguro che Stefano Rodotà, che ad urne aperte è candidato alla Presidenza della Repubblica e dunque garante della Costituzione italiana, prenda le distanze dalle assurde dichiarazioni di Grillo che sostengono che l'elezione di Giorgio Napolitano sarebbe un colpo di Stato», ha dichiarato Matteo Orfini, responsabile cultura del Pd.
Ore 17,03. Grillo: nel 2006 Ciampi rifiutò il bis
«Quando nel 2006 si ipotizzava un rinnovo del mandato presidenziale di Carlo Azeglio Ciampi lui ringraziò pubblicamente ma rifiutò, spiegando le motivazioni», scrive Beppe Grillo sul suo blog. Il leader del M5S ha citato la nota dettata allora da Ciampi: «Non ritengo - scriveva il capo dello Stato - data l'età avanzata di poter contare sulle energie necessarie all'adempimento, per il lungo arco di tempo previsto, di tutte le gravose funzioni proprie del capo dello Stato. A ciò si aggiunge una considerazione di carattere oggettivo, che ho maturato nel corso del mandato presidenziale - aggiungeva Ciampi - nessuno dei precedenti presidenti è stato rieletto. Ritengo che questa sia definita una consuetudine significativa. È bene non infrangerla. A mio avviso, il rinnovo di un mandato lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato».
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