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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2014 alle ore 20:15.
L'ultima modifica è del 20 gennaio 2014 alle ore 22:47.

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Ore 17,26. Non accetterà modifiche sostanziali alla bozza di legge elettorale
Parlando alla direzione Pd, Renzi spiega che non accetterà modifiche sostanziali in Parlamento: «È un complicato castello che sta in piedi se tutti i tasselli stanno insieme. Chi immaginasse di intervenire in Parlamento per modificare qualcosa di fondamentale, sappia che manda all'aria tutto, comprese le riforme del titolo V e del Senato. Non è una riforma "à la carte"». L'esempio fatto è sulle soglie di sbarramento, 5% per chi corre in coalizione, 8% per chi corre da solo o per le coalizioni: «Per noi sono soglie alle quali ci sentiamo vincolati, non è che uno dice 'mi piace, ma voglio cambiare la soglia'».

Ore 17,24. Senza il 35% doppio turno di coalizione
«Se non arrivassimo al 35 per cento», soglia fissata per il premio di maggioranza, «abbiamo ottenuto un passaggio importante di avere un ballottaggio secco, non da due candidati premier, ma tra due coalizioni, tra due simboli o agglomerati di simboli che senza la possibilità di apparentamento, rigiochino la partita di fronte agli elettori e chi vince quella sfida arriva al 53 per cento», ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi durante la relazione alla direzione del partito.

Ore 17,20. Chi vince arriva al 53%
Prevediamo «la possibilità di un doppio turno secco, non tra due candidati premier ma tra due simboli o agglomerati di simboli, che senza possibilità di apparentamento rigiochino la partita di fronte agli elettori e chi vince la sfida arriva al 53 per cento», ha detto Matteo Renzi illustrando la proposta di legge elettorale alla direzione del Pd.

Ore 17,18. Diciamo ciao al ritorno alla Prima Repubblica
«Oggi noi diciamo 'ciao ciao' con la manina a quelli che volevano il ritorno alla Prima repubblica e ce n'erano anche tra di noi», ha detto Matteo Renzi alla direzione Pd.

Ore 17,12. L'energia sia materia dello Stato
«Titolo V: eliminazione della materia concorrente, mantenere allo stato alcune materie come l'energia», ha detto Matteo Renzi durante la sua relazione alla direzione del Pd.
«È stato un errore. Si può dire 'abbiamo sbagliato', fatevelo dire da chi é chiamato Fonzie per presa in giro», ha aggiunto Renzi che però ha anche sottolineato: «Il giudizio sul Titolo V non é una assoluzione delle magagne dello stato e di una tendenza della burocrazia neo centralista. In questo vogliamo coinvolgere anche i presidenti delle regioni». A questo, Renzi aggiunge «la semplificazione delle grandi reti strategiche, della politica estera per il turismo, perché é assurdo che l'Italia si presenti in modo frastagliato su un tema come questo. Assieme a questo mettiamo anche la richiesta che i consiglieri regionali non possano guadagnare più di un sindaco di un comune capoluogo».

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