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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2014 alle ore 20:15.
L'ultima modifica è del 20 gennaio 2014 alle ore 22:47.

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Via libera alla proposta Renzi sulla legge elettorale, l'Italicum, che potrebbe essere approvata definitivamente entro maggio: chi vince avrà il 53% dei seggi e senza il 35% doppio turno di coalizione. La proposta del segretario del Pd, Matteo Renzi, alla direzione del Pd è stata accolta anche da critiche dai bersaniani.

A sorpresa è rispuntato il doppio turno (con soglia bassa), che ha incassato l'apertura di Forza Italia. Scatterebbe il secondo turno qualora nessun partito o coalizione raggiungessero la soglia del 35 per cento. Il premio sarà al «massimo al 18%». Le soglie resterebbero al 5% per i partiti in coalizione e all'8% per le forze in pista da sole. Per la coalizione fra il 10 e il 12%. Restano le mini-liste bloccate. In pratica è il sindaco d'Italia con una soglia bassa, con le circoscrizioni più piccole di quelle spagnole. Poi entro il 15 febbraio il Pd presenterà un ddl sulle riforme costituzionali. La direzione è iniziata con un ricordo del maestro Claudio Abbado scomparso oggi. Ecco la cronaca del pomeriggio al Nazareno.

Ore 19, 59. Entro maggio potrebbe essere approvata la legge elettorale
Renzi ha dettato il timing della legge elettorale: «mercoledì si presenterà il ddl alla Camera. Immagino che in Aula andremo col testo condiviso fin dal 27 o 29 gennaio. A febbraio si può approvare in prima lettura la legge alla Camera. Poi passerà al Senato» per essere approvata «entro maggio», grazie alla «collaborazione dei capigruppo».

Ore 19,55. Passa la proposta Renzi: 11 favorevoli e 34 astenuti
La direzione del Pd ha approvato con 111 favorevoli e 34 astenuti la proposta di riforma elettorale avanzata da Matteo Renzi. Nessun voto contrario.

Ore 19,54. Renzi: non torno a votare con l'attuale legge
Sulla legge elettorale «l'alternativa é tra chi vuol cambiare sul serio e chi pensa che ci sia un'unica legge che può passsare il ricorso alla corte Costituzionale, quella attuale. Io con questa legge elettorale non credo sia giusto tornare a votare», ha detto Matteo Renzi alla direzione del Pd.

Ore 19,53. Scontro con Cuperlo sulle preferenze
«Gianni te lo dico con amicizia, questo tuo riferimento alle primarie e alle preferenze, lo avrei voluto sentire la volta scorsa, quando tu e altri siete stati candidati nel listino. È inaccettabile che preferenze e primarie siano usate in modo strumentale adesso», ha detto Matteo Renzi alla Direzione del Pd rivolgendosi a Gianni Cuperlo. Il presidente ha lasciato il tavolo della presidenza e si è andato a sedere tra i delegati. Quando lo ha visto alzarsi, Renzi ha lasciato intendere che stesse uscendo dalla sala, ma così non è stato. Non solo. I cuperliani hanno chiesto al segretario di poter fare una dichiarazione di voto, ma Renzi ha detto no. Durissime le reazioni. «È stato un passaggio inaccettabile», ha scandito Fassina. «Se la poteva proprio risparmiare...», ha convenuto Danilo Leva.

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