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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2014 alle ore 19:30.
L'ultima modifica è del 03 marzo 2014 alle ore 20:56.

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Da Kiev il primo ministro ucraino Arseni Iatseniuk denuncia l'«aggressione russa» e avverte: l'Ucraina non cederà mai la Crimea. Il ministero della difesa a Kiev ha denunciato che caccia russi hanno violato lo spazio aereo ucraino in due diverse occasioni in corrispondenza del mar Nero la notte scorsa e precisato che un Su-27 intercettore dell'aeronautica ucraina è stato fatto decollare per prevenire «azioni provocatorie».

La Russia ha dichiarato, invece, inaccettabili le parole del Segretario di Stato statunitense, John Kerry, il quale aveva denunciato «l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia» aggiungendo che Mosca rischia di conseguenza di perdere il suo posto al G8. Consideriamo inaccettabili - riporta una nota del ministero degli Esteri russo - le minacce alla Russia espresse dal Segretario di Stato statunitense, John Kerry, sui recenti avvenimenti in Ucraina e in Crimea». Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel sarebbe «estremamente irritata» con Vladimir Putin, e al telefono con Barack Obama avrebbe affermato di «non esser sicura» che Putin «abbia ancora contatto con la realtà». «Vive in un altro mondo», avrebbe detto la cancelliera, secondo quanto riporta un articolo del New York Times che cita fonti ufficiali Usa. Successivamente c'è stato un colloquio telefonico tra il premier russo Medvedev e il vicepresidente Usa Joe Biden.

I Paesi del G7 condannano all'unanimità Mosca per l'azione militare e decidono di sospendere le attività preparatorie del G8 di Sochi finché ci saranno tensioni nella regione. È la posizione presa dai leader di Canada, Francia, Germania, Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti, assieme al Presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, e al Presidente della Commisione Ue, Josè Manuel Barroso. «Insieme, oggi, condanniamo la Federazione Russa per l'evidente violazione della sovranità e dell'integrità territoriale ucraina» si legge nel comunicato congiunto.

La Russia però incassa l'appoggio della Cina: i due Paesi con la terminologia propria dei comunicati ufficiali, constatano «la loro identità di vedute» sull'Ucraina, ha riferito il ministero degli Affari Esteri russo (Mosca e Pechino sono membri permanenti del Consiglio di Sciurezza dell'Onu).

Tymoshenko: la Russia ha dichiarato guerra a Usa e Gran Bretagna
Secondo l'ex premier Yulia Tymoshenko, «occupando la Crimea» la Russia non ha «dichiarato guerra» soltanto all'Ucraina, ma anche a Usa e Gran Bretagna. La pasionaria della Rivoluzione Arancione, scarcerata appena dieci giorni fa dopo tre anni di detenzione, ha ricordato infatti come Washington e Londra abbiano sottoscritto insieme a Mosca, il 5 dicembre 1994, il cosiddetto Memorandum di Budapest: un accordo a garanzia dell'integrità territoriale ucraina in cambio della sua rinuncia agli armamenti nucleari. «Vladimir Putin», afferma Tymoshenko in un video-messaggio postato sul proprio sito personale on-line, «é perfettamente consapevole del fatto che, dichiarando guerra a noi, la dichiara altresì ai garanti della nostra sicurezza, Stati Uniti e Regno Unito».

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