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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2014 alle ore 19:50.
L'ultima modifica è del 25 giugno 2014 alle ore 07:48.

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(Ap)(Ap)

È finita. Per la seconda volta l'Italia abbandona il Mondiale dopo la fase a gironi, proprio come in Sudafrica. È finita in verità qualche giorno fa, dopo l'illusione della bella prova contro l'Inghilterra, quando contro il Costarica abbiamo assistito a un crollo fisico e mentale degli azzurri che ci ha costretti a questa roulette russa del dentro o fuori. È finita, oggi, con l'ammonizione di Balotelli e la prudenza di Prandelli che, conoscendolo e temendo una reazione delle sue, ha pensato bene di sostituirlo, privando la nazionale dell'unico uomo in grado di inventare un numero ad effetto.

È finita ancor più consapevolmente quando il direttore di gara, Rodriguez Moreno (corsi e ricorsi) ha estratto sciaguratamente un rosso diretto inesistente facendo fuori anche Marchisio e lasciandoci in dieci, ed è finita sul morso di Suarez sulla spalla di Chiellini, ignorata dall'arbitro che avrebbe quanto meno dovuto pareggiare i conti delle espulsioni mettendoci in condizioni di giocarci il finale di partita alla pari. Infine, è finita inesorabilmente sul colpo di testa dello specialista Godin che svetta su tutti e infila Buffon.

Ma le colpe ovviamente vanno ricercate in casa. È giusto così. Una partita su tre è davvero troppo poco, in un girone, tra l'altro, tra i più abbordabili del torneo. Allo Stadio das Dunas di Natal è il momento di una nuova rivoluzione tattica di Prandelli. E adesso tutti gli daranno addosso per questo ma più che una scelta si è trattato di una necessità dettata dal forfait di De Rossi. Difesa a tre con la linea della Juventus formata da Barzagli, Bunucci, Chiellini con De Sciglio e Darmian sugli esterni. Pirlo, Marchisio e Verratti in mezzo al campo e Balotelli con Immobile davanti, sì, proprio i due che secondo Prandelli non avrebbero mai potuto giocare insieme.

Formazione inedita, dunque, contro un Uruguay schierato col 4-3-3 con Lodeiro piazzato dietro alla coppia d'attacco Cavani - Suarez. Il matador è più mobile, il pistolero è l'attaccante di riferimento. Gimenez, giovane di belle speranze e vicecampione del mondo under 20, sostituisce l'infortunato Lugano.

I nostri davanti faticano a trovare l'intesa ma non è un assestamento temporaneo. Non la trovano mai nel primo tempo. Anche perché la partita è bloccata, con tanti interventi al limite del regolamento che l'arbitro inizialmente ignora salvo poi eccedere in severità con Marchisio.

Pirlo spaventa Muslera al 13', su calcio piazzato, ma il tiro è centrale e l'ex Lazio ci arriva. A centrocampo l'Italia manovra un po' più di quanto fatto con il Costarica; non che ci volesse molto. Al 22' la prima svolta: il bruttissimo e inutile fallo di Balotelli che, ammonito, avrebbe dovuto saltare l'eventuale gara degli ottavi. A saperlo, che sarebbe stata l'ipotesi più rosea…

Super Buffon sale in cattedra con un doppio intervento poco dopo la mezz'ora: prima sulla conclusione di Suarez, palla che arriva sui piedi di Lodeiro, e poi altro intervento in mischia con il portierone che blocca in due tempi dopo un rimpallo su un compagno. Basta un tempo per capire che la coppia dell'attacco azzurro non funziona ma soprattutto che Balotelli è fortemente condizionato dal giallo.

E allora fuori. Dentro Parolo a inizio ripresa e dall'altra parte Tabarez toglie Lodeiro per Maxi Pereira. L'Italia si salva al 59' grazie all'errore di Rodriguez che calcia malissimo. L'intervento di Marchisio su Arevalo Rios è il colpo di grazia. Rosso. Il centrocampista scompare nel tunnel e l'Italia con lui.

Fuori Pereira per l'Uruguay, dentro l'attaccante Stuani. Al 66' ancora grandissimo Buffon in uscita sul destro di punta di Suarez da distanza ravvicinata. Non incide neanche Cassano che negli ultimi venti minuti subentra a Immobile. Poi esce in barella Verratti, preda dei crampi dopo uno scontro con Cavani. Entra Thiago Motta.

Il gioco delle tre carte continua a non dare alcun frutto. Non un tiro in porta degli azzurri che si limitano a contenere fino all'82' quando Godin, su calcio d'angolo, sale in elevazione più in alto di tutti e colpisce di nuca. Inutile il timido assalto finale degli uomini di Prandelli. Si porta in area anche Chiellini per provare a fare il centravanti, e arriva persino Buffon. Ma non c'è più tempo.

Passa l'Uruguay che incontrerà agli ottavi Colombia o Costa d'Avorio, a meno di un miracolo del Giappone. Avversarie non impossibili, con un quid in più per i colombiani. Considerazione che non fa che aggiungere sale sulle ferite di un fallimento comunque difficile da digerire.

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