Impresa & Territori IndustriaA maggio torna a crescere la disoccupazione
A maggio torna a crescere la disoccupazione
di Davide Colombo | 02 luglio 2014

Il mercato del lavoro italiano non riesce a uscire dalla trappola della lunga crisi. In maggio il tasso di disoccupazione è tornato a crescere sia in termini congiunturali (+0,1%) sia in termini tendenziali (+0,5%) facendo segnare uno dei livelli più alti tra gli stati dell'Unione europea: il 12,6%, vale a dire un punto in più rispetto al dato registrato nell'Eurozona (11,6%).
Le nuove stime sono state diffuse ieri, come di consueto in contemporanea, da Istat ed Eurostat. Tra i 28 Paesi dell'Ue, il tasso di disoccupazione tendenziale è aumentato in maggio in soli sei casi, tra i quali appunto l'Italia (dal 12,1% del maggio 2013 all'attuale 12,6%), in linea con le variazioni negative peggiori che sono state registrate in Lussemburgo, Finlandia e Olanda. Se si guarda alla sola eurozona il tasso di disoccupazione, al netto delle correzioni stagionali, è risultato stabile rispetto ad aprile e in calo rispetto a un anno fa (dal 12% all'11,6%).
I dati della congiuntura flash dell'Istat confermano la forte segmentazione del mercato del lavoro nazionale, con l'estrema penalizzazione di giovani e donne. Nel primo caso l'incidenza dei giovani disoccupati (15-24 anni) sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari all'11,7%, ovvero più di un giovane su 10 è disoccupato (+0,2% in termini congiunturali; +1,1% rispetto allo scorso anno). Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, vale a dire la quota di giovani disoccupati sull'insieme di quelli attivi (occupati o disoccupati), è invece pari al 43,0%, in diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto ad aprile ma in aumento di 4,2 punti nei dodici mesi. Vale sempre ricordare che dal tasso di disoccupazione giovanile sono esclusi i ragazzi inattivi, coloro cioè che non sono occupati e non cercano lavoro, ad esempio perché impegnati negli studi (circa 4 milioni 355 mila, -0,9% nel confronto congiunturale).
Riguardo alle donne, invece, c'è da registrare un ulteriore peggioramento del tasso di disoccupazione: è pari al 13,8% e cresce di mezzo punto su aprile e di 0,8 punti su base annua, facendo segnare un nuovo record negativo rispetto al gennaio del 2004. Il tasso di disoccupazione maschile è invece all'11,7%, diminuisce in termini congiunturali (-0,2%) ma aumenta in termini tendenziali (+0,2%). In termini assoluti i disoccupati stimati dall'Istat in maggio sono arrivati a 3 milioni 222mila (26mila in più rispetto ad aprile, +0,4% e 127mila in più rispetto al maggio del 2013, +4,1%), di cui 700mila giovani e un milione e 487mila donne.
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha osservato come in maggio «gli occupati sono 22 milioni 360 mila, in aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente (+ 52 mila)», sottolineando come la buona notizia riportata nelle prime righe del comunicato Istat non abbia avuto il giusto rilievo. «Il dato è confermato dal conseguente aumento del tasso di occupazione - ha osservato Poletti - che è risalito al 55,5% (+ 0,1%). L'aumento complessivo è dovuto ad una crescita dell'occupazione di 80mila unità tra gli uomini e, purtroppo, ad un calo di 28.000 tra le donne. Aumenta di 26.000 unità, ed è un'apparente contraddizione, il numero dei disoccupati, come saldo tra 54.000 unità in più per le donne e 29.000 in meno per gli uomini. Il dato è evidentemente legato al fatto che sta crescendo il numero delle persone che tornano a cercare lavoro. Può essere un primo indizio che si guarda con maggiore fiducia alla possibilità di trovare un'occupazione». La situazione complessiva «resta, ovviamente, difficile - ha concluso il ministro -. Non sarebbe corretto, però, non cogliere i segnali positivi». Netta la critica di Susanna Camusso (Cgil): «O s'inverte direttamente la tendenza sulla creazione di lavoro o saremmo costretti a registrare mese dopo mese un peggioramento della disoccupazione».
Ieri Poletti ha anche confermato che per il 2014 andranno reperite risorse per un miliardo per finanziare la cig e la mobilità in deroga, una cifra che si somma ai 600 milioni già previsti dalla legge di Stabilità e ai 400 milioni stanziati per chiudere la coda dei finanziamenti per il 2013, anno in cui la spesa per gli ammortizzatori in deroga è arrivata a circa un quarto della spesa per gli ammortizzatori ordinari.
@columbus63