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Scontro treni, indagati due capistazione. Pm: riduttivo parlare…

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tra andria e corato

Scontro treni, indagati due capistazione. Pm: riduttivo parlare solo di errore umano

Sono i due capistazione di Andria e Corato - Vito Piccarreta e Alessio Porcelli - i primi iscritti nel registro degli indagati per lo scontro fra i treni sul binario unico fra Andria e Corato, che ha causato maretedì la morte di 23 persone. Il fascicolo aperto dalla Procura di Trani ipotizza i reati di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. I due ferrovieri, in servizio durante l’incidente, sono stati «cautelativamente sospesi» da Ferrotramviaria, la società privata che gestisce la tratta dove ha avuto luogo l’incidente. I funerali delle vittime si svolgeranno sabato. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è recato nel pomeriggio al Policlinico di Bari per renedere omaggio alle vittime nella camera ardente. A loro ha promesso «che sarà fatta giustizia».

Due gli indagati, a breve gli interrogatori
Le informazioni di garanzia sono già state notificate ai due capistazione, come conferma la nomina dei difensori di fiducia dei due indagati che potrebbero essere ascoltati molto presto dagli uomini della squadra mobile della Questura di Bari, diretta da Luigi Rinella. La stessa Questura dove si piange la morte del dirigente del personale, il vice Questore aggiunto, Fulvio Schinzari, stimato poliziotto andriese (salentino di nascita), figlio di poliziotto. Ai due capistazione verrà chiesto di spiegare cosa sia esattamente accaduto nella tarda mattinata del 12 luglio contribuendo così a ricostruire una verità complessa, tecnicamente molto complessa. Nell'avviso di garanzia notificato ai due capistazione viene contestato di «aver cagionato l'incidente ferroviario».

Il capostazione: «Sì, ho alzato io la paletta»
«È vero quel treno non doveva partire. E quella paletta l’ho alzata io: non sapevo che da Corato stesse arrivando un altro treno, per questo ho dato il via libera». Questa la ammissione del capostazione di Andria, Vito Piccarreta, in un’intervista a Repubblica. «In questa storia - aggiungono poi lui e la moglie dal citofono di casa, sempre secondo quanto riferisce Repubblica - anche noi siamo delle vittime. Siamo disperati, ma un solo errore non può aver causato tutto questo.

Procura: partenza Andria con arrivo treno da Corato In effetti il capostazione di Andria, Vito Piccarreta, avrebbe dovuto consentire la partenza del treno fermo in stazione solo al momento dell’arrivo degli altri due treni provenienti da Corato, uno dei quali viaggiava con un leggero ritardo. Il punto nevralgico dell'indagine, sul quale si stanno concentrando gli investigatori, è capire se il capostazione sapeva che i treni in arrivo erano due, e comunque, perché ha dato il via libera al treno non avendo visto arrivare alcun convoglio da Corato.

Pm: corretto ma riduttivo parlare di errore umano
La procura di Trani acquisirà gli elementi che verranno dai rilievi compiuti dalla polizia scientifica, dai Vigili del Fuoco e dalle risposte ai quesiti che verranno posti ai consulenti tencici che la procura quasi sicuramente nominerà. Proprio perchè, come lo stesso Giannella ha ammesso facendo il punto sulle indagini, «parlare di un errore umano è corretto. Ma è assolutamente riduttivo». Con ciò ammettendo che gli aspetti tecnici hanno avuto il loro peso, insieme all'errore umano. La dinamica di quel che è accaduto comuqnue è abbastanza chiara, mancano le certezze che arriveranno dai rilievi che continueranno ad accumularsi perchè proprio in queste ore uomini della squadra mobile e della Polfer stanno acquisendo presso la Ferrotramviaria, in stazioni e in altri uffici documenti, atti, immagini e dati informatici utili alle indagini.

Agli inquirenti non risulta cambio treno ad Andria
Dai parenti di una delle vittime è spuntata intanto una ricostruzione inedita che la Procura sta ora vagliando: i passeggeri del treno partito da Andria - quello che poi si è scontrato col convoglio in arrivo da Corato - sarebbero stati fatti scendere dal primo treno, fermo sul binario 1, per salire su un secondo convoglio, fermo sul binario 2 e che sarebbe quindi partito in ritardo. A riferirlo sono la moglie e figlia di Enrico Castellano, una delle 23 vittime, riportando la voce di alcuni dei sopravvissuti. La voce sarebbe stata confermata da altri parenti delle vittime, che hanno parlato con i sopravvissuti ma che al momento chiedono l'anonimato.

Secondo i parenti la causa dell’incidente potrebbe risiedere proprio nel cambio treno. Alla Procura di Trani e agli investigatori della Polizia non risulta il cambio di treno ad Andria. Ma sulla circostanza gli investigatori svolgeranno comunque accertamenti.

Si indaga anche su struttura locale ministero
I pm della procura di Trani hanno avviato anche una serie di accertamenti per
individuare eventuali responsabilità all'interno dell'Ufficio trasporti a impianti fissi (Ustif) di Bari, un organo periferico del Ministero delle Infrastrutture e trasporti. Lo si apprende da fonti inquirenti e non è escluso che nelle prossime ore gli investigatori possano fare una serie di acquisizioni di documenti

I tre filoni dell’inchiesta
A provocare lo scontro sarebbe stato dunque un errore umano, ma sarà necessario capire da cosa sia stato determinato. È quanto ritiene di aver accertato finora la procura di Trani, che ha sottoposto a sequestro l'area dell'incidente. L'indagine, coordinata dal procuratore facente funzione Francesco Giannella, è affidata a un pool di cinque magistrati -composto, oltre a Giannella, dai pm Antonio Savasta, Simona Merra, Marcello Catalano e Michele Ruggiero - ed è stata divisa in tre filoni investigativi. Il primo riguarda gli accertamenti sulla dinamica dell'incidente; l'altro sulla sicurezza dei controlli degli enti preposti; l'altro sull'appalto per il raddoppio della linea, la sua messa in sicurezza e l'utilizzo dei fondi europei.

Delrio: ritardo opere anche per tempi lunghi Ue
Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, che ieri alle Camere ha annunciato lo stanziamento di ulteriori 1,8 miliardi di investimenti per le reti regionali non di competenza nazionale, ha messo sotto accusa anche la Ue per i ritardi nel potenziamento della tratta a binario unico Corato-Barletta. «Se la Regione deve discutere per quattro anni con Bruxelles se un progetto va bene o va male - ha detto - è evidente che le cose non funzionano, va via più di metà della programmazione». E ha aggiunto che il raddoppio del binario unico doveva avvenire con «fondi regionali che la Regione tratta con l'Europa direttamente». E il governo perciò «non è parte in causa».

L’approvazione del progetto da parte della Commissione Europea è datata aprile 2012. Il progetto del raddoppio della Corato-Andria è stato messo a gara in data 19 aprile 2016 per un importo a base d'asta di 31,6 milioni. I termini per la presentazione delle offerte scadono il 19 luglio. In tutto sono in ballo 25 milioni di euro, a valere sui fondi Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) Puglia 2007/2013. Fondi da spendere rapidamente perché – come anticipava a marzo scorso al Sole 24Ore il direttore generale di Ferrotramviaria spa, Massimo Nitti - «entro fine 2016 andremo all'aggiudicazione, poi all'inizio dei lavori nei primi mesi del 2017 con consegna, come da capitolato, in un anno». Una fonte della Commissione Ue ha replicato oggi che i problemi che hanno ritardato il progetto riguardavano principalmente «gli espropri dei terreni» su cui doveva passare il secondo binario o le nuove vie stradali di accesso alle stazioni rinnovate.

Disastro ferroviario in Puglia, video a 360° (SkyTg24)

Il bilancio: 23 morti, 51 feriti
Sono 23 le vittime del disastro ferroviario avvenuto in Puglia. I feriti sono invece 51, di cui 24 ancora ricoverati in ospedale (8 in prognosi riservata). I dati sono stati ufficializzati ieri n una conferenza stampa dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e dal professor Franco Introna (Medicina Legale). Tutti i feriti sono stazionari, qualcuno eè in miglioramento.

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