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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2011 alle ore 10:20.

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Un kit di emergenzaUn kit di emergenza

In Gran Bretagna
Il quotidiano britannico Daily Telegraph sosteneva giovedì 17 marzo che le radiazioni provenienti dall'impianto nucleare colpito in Giappone, vengono già intercettate a centinaia di miglia di distanza e gli esperti dicono che potrebbero arrivare in Gran Bretagna tra un paio di settimane.. Ma che differenza di Chernobyl è molto improbabile che arrivino a livelli che abbiano seria influenza sulla salute ed il cibo. Delle stazioni di monitoraggio in Russia hanno già intercettato del cesio e iodio nella atmosfera e ci si attende che il fallout raggiunga gli Stati Uniti in un paio di giorni. Usando quindi dei precedenti modelli, questo significa che la Gran Bretagna raccogllierà le radiazioni tra un paio di settimane.

Iodoprofilassi francese
In questi giorni il portale interministeriale francese www.risques.gouv.fr affronta la questione Giappone e risponde in misura dettagliata a tutte le possibili domande sui rischi sanitari, iodoprofilassi e cosi via. Informa inoltre che in caso di incidenti in Francia ha già provveduto a distribuire le compresse di ioduro di potassio alla popolazione residente entro un raggio di 10 chilometri dai siti nucleari e che ha già predisposto una stock di 120 milioni di compresse in grado di proteggere tutta la popolazione francese. C'è anche una sezione con un vademecum per la sopravvivenza immediata con la voce «State pronti» e l'immagine di un zainetto della Croce Rossa: è il kit di prima risposta per sopravvivere.

Il kit di prima risposta
Le autorità francesi consigliano un kit mobile di prima risposta da tenere sempre pronto in caso di evacuazione così composto: acqua (sei litri per persona in piccole bottiglie; alimenti di emergenza che richiedono poca acqua, come barrette, frutta secca, conserve; utensili di base come un coltello tascabile multifunzione e un apribottiglie; una pila tascabile con pile di ricambio o pila a manovella; fiammiferi e accendino; radio con pile o batterie; valigetta di pronto soccorso con cerotti, alcol, paracetamolo, disinfettante intestinale, disinfettante per la mani, ecc; copia delle chiavi di casa e di quelle dell'auto. All'ultimo momento, prima dell'evacuazione, aggiungere telefono portatile, carta di credito e denaro, medicinali abituali. Ricordarsi di verificare periodicamente la data di scadenza dei cibi e dei medicinali per non trovarsi nel momento di necessità con un kit inutilizzabile .

Se scoppia una centrale nucleare al confine con l'Italia?
A differenza della Francia, le centrali nucleari in Italia non ci sono e non si sa neppure se ci saranno, ma esiste comunque un piano di emergenza in caso di incidente che serve un raggio di 200 km, ai confini nazionali. In questa fascia, infatti, sono attive ben tredici centrali nucleari site rispettivamente in Francia (sei), Svizzera (quattro), Germania (due) e Slovenia (una). Questo Piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche messo a punto dal governo italiano fu predisposto subito dopo il disastro di Cernobyl, nel 1987 e poi aggiornato nel 2010, ipotizzando un incidente nucleare in una delle due centrali più vicine all'Italia: quella di Krsko in Slovenia e quella di St. Alban, in Francia.

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