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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2011 alle ore 10:20.

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Un kit di emergenzaUn kit di emergenza

Il piano italiano
Il piano italiano non contempla alcuna misura di prevenzione efficace, ma solo interventi successivi agli eventuali incidenti. Consiglia ad esempio di stare a casa con porte, finestre e sistemi di ventilazioni chiusi fino a un massimo di due giorni. Non garantisce nessuna efficace terapia di iodoprofilassi nelle aree più critiche che comprendono almeno sei regioni (Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto). Non parla di alcuna distribuzione preventiva alla popolazione a rischio, nè di programmi di stoccaggio. Parla poi dei rilievi radiometrici che verranno effettuati successivamente dall'Arpa competente per evitare l'assunzione di alimenti contaminati (carne, latte, vegetali).

L'Ispra
Ma tutti i cittadini dovrebbero già sapere cosa fare quando viene lanciato un allarme nucleare, a quali autorità rivolgersi per ricevere indicazioni e non certo mettersi a cercare i punti di distribuzione le pastiglie di ioduro di potassio esponendosi così (se non si hanno le speciali tute NBC) direttamente al fall out radioattivo. La iodoprofilassi come spiegano all'Ispra è una efficace misura di intervento per la protezione della tiroide nei gruppi sensibili della popolazione purché venga attuata tempestivamente (da alcune ore fino ad un giorno prima dell'esposizione o al massimo entro le prime 6-8 ore dall'inizio dell'esposizione). Stiamo parlando quindi di tempi di reazione di ore e non di giorni.

La corsa allo iodurio di potassio negli Usa
Intanto si viene sapere che in seguito all'incidente in Giappone le riserve americane di pillole di ioduro di potassio sono state prese d'assalto: le persone si accalcano nei negozi in cerca di protezione da un possibile fallout nucleare. La Fleming Pharmaceuticals, quella che fa il ThyroShield, ioduro di potassio usato nelle emergenze nucleari, ha comunicato che prima del terremoto giapponese il governo federale aveva già immagazzinato milioni di dosi, in parte già scadute. Il Dipartimento dell'Illinois per la Salute Pubblica ha invitato alla cautela i residenti dello Stato, perché non prendano ioduro di potassio come medicina preventiva.

Il kit di sopravvivenza in situazioni estreme
Oltre al kit di prima risposta, come indicato nel sito del governo francese, c'è anche la possibilità di prepararsi un kit di sopravvivenza più complesso che può essere di aiuto in qualsiasi situazione, da quella più apocalittica di una esplosione nucleare, sino a quella più normale di un terremoto o un'alluvione. I cinque elementi essenziali per sopravvivere sono Acqua, Cibo, Medicine (sicuramente per chi soffre di malattie croniche e potenzialmente mortali), Luce e Calore, Informazioni. Ma prima di spendere un sacco di soldi in cose che non servono o che peggio, non serviranno mai, va ricordata la regola delle 5 P: Proper Planning Prevents Poor Performance (una Preparazione Appropriata Previene una Povera Prestazione).

Almeno 72 ore di autosufficienza
Le agenzie governative di tutto il mondo che si occupano di gestione delle emergenze e le organizzazioni no-profit come la Croce Rossa raccomandano una dotazione adeguata a garantire ai componenti della famiglia di essere autosufficienti, per almeno tre giorni. Come consiglia ad esempio il canadese Emergency Management Ontario . Nel kit ci sono torce elettriche e radio battery-free alimentate con generatori interni, respiratori antiparticolato, attrezzi specifici per liberare le vie di fuga, coperte isotermiche, cibo ed acqua ad elevato contenuto calorico e a lunga conservazione (minimo 5 anni) , prodotti per la protezione ed il riparo, per la ricerca ed il salvataggio, per il primo soccorso e per il mantenimento dell'igiene.

Le guide in rete
Normalmente quello del kit sopravvivenza è un argomento che interessa escursionisti, cacciatori, ricercatori o studiosi, militari o chiunque debba fronteggiare la scelta o la necessità di vivere in ambienti poco ordinari per un certo periodo di tempo. Nella quotidiana realtà familiare, domestica o urbana nella quale si trova a vivere la maggior parte di noi, tendiamo a rinchiuderci in una dimensione un po' ovattata con luce, acqua, gas, benzina, telefono, servizi garantiti. Dimenticandoci che potremmo essere scaraventati fuori di casa e cercare di sopravvivere. Ed ecco che arrivano le guide, come Survival Guide su iPhone, che da consigli per godersi la natura senza imprevisti con un'applicazione basata sull' U.S. Military Survival Manual FM 21-76 che, dice «potrebbe letteralmente salvarci la vita». Oppure il blog della sopravvivenza estrema.


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