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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2011 alle ore 15:30.
C'è una parola che si usa per fotografare la situazione del momento in merito ad Android: frammentazione. Che indica come ci siano troppe versioni del sistema operativo operative su smartpohne e tablet. Un termine che alcuni esperti del settore sottolineano fare rima con fragilità, perché sta obbligando Google a standardizzare gli strumenti di sviluppo e a sforzarsi di creare una piattaforma unica di riferimento al fine di semplificare la vita agli sviluppatori.
Un progetto imponente e importante, perché le app, per esempio, sviluppate per una release non è detto che funzionino su tutti i dispositivi equipaggiati con Android. Non parliamo di quando il sistema operativo è ricoperto da interfacce di terze parti. Oppure, ancora, dei limiti spesso invalicabili imposti dalla piattaforma. E' il caso della dimensione del display: sopra i 7 pollici l'azienda di Mountain View non prevede supporto per il Market. Come dire che sui tablet con Android 2.x e display da 10,1" non è possibile scaricare applicazioni.
Questo vincolo sarà superato con Honeycomb, ovvero Android 3.0 nato appositamente per le tavolette multimediali e che permetterà alla piattaforma di Google di aggredire Apple in modo più deciso e maturo (la 2.x era solo "prestata"). Però è un'altra versione, per la quale a oggi si contano un centinaio appena di applicazioni compatibili e che va a frammentare ulteriormente la diffusione aggregata dell'Os. Che, per fortuna, nel medio periodo dovrebbe compattarsi, dato che la somma dei dispositivi basati su Android 2.1 e 2.2 supera i due terzi del mercato, la 2.3 è ancora di nicchia ma a preoccupare sono una nicchia di smartphone ancora con Android 1.5 e 1.6 (che pesano comunque per meno del 10%).
Dunque l'ottimizzazione della base installata procede di pari passo con la diffusione dei nuovi mdoelli che vanno a sostituire i precedenti limitando il numero di release; una situazione che è anche coadiuvata dallo sforzo dei produttori nel rilasciare gli aggiornamenti. Riamane però la fragilità di versioni dissimili tra loro e di un'eccessiva accelerazione nella progressione delle release. Il Nexus S con la versione 2.3 è in commercio da poche settimane, gli aggiornamenti a questa edizione per i telefonini in uso non sono ancora stati pubblicati che già si parla della 2.4 prevista per il prossimo maggio.
La prospettiva sul lungo taermine, oltre a kit che propongano una base comune tra i vari Os per eliminare i possibili problemi di compatibilità, è che le due generazioni di Android (la 2 e la 3) si uniscano in una sola adatta per tablet e smartphone. Nel frattempo, Google ha preso una decisione saggia: non distribuire da subito il codice sorgente di Honeycomb per evitare che venga portato sui telefonini. Causando così ulteriori nicchie. Insomma, rimettendo in pista lo sviluppo di Android finalmente questa eccellente piattaforma può dare libero sfogo alle sue potenialità e dare ancor più filo da torcere ad Apple & Co . Che abbia le caratteristiche per farlo è fuor di dubbio, basta solo un mix più omogeneo di release per dare il definitivo via libera. Finalmente.
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