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Questo articolo è stato pubblicato il 10 aprile 2011 alle ore 11:08.

I grandi balzi spaziali da Gagarin alla ISS, fino a Marte. Nella foto l'astronauta statunitense Rick Mastracchio (Afp)I grandi balzi spaziali da Gagarin alla ISS, fino a Marte. Nella foto l'astronauta statunitense Rick Mastracchio (Afp)

La scienza rivolta a Marte
Concepita per favorire la sperimentazione scientifica in condizioni di microgravità la Iss è per ora un successo più politico di quanto non lo sia sul fronte scientifico. Ora però che ha ricevuto i finanziamenti internazionali che servono a tenerla operativa almeno fino al 2020 sono in molti a pensare che potrà dimostrare il suo valore anche su questo fronte. Di certo l'enorme massa di informazioni sulla fisiologia umana in condizioni di assenza di gravità prodotta dai test sugli astronauti – che a bordo diventano operatori scientifici ma sono anche cavie – sarà molto utile quando si tornerà a progettare una missione su Marte e intanto ci sarà il tempo per sviluppare la scienza, magari partendo dall'Alpha Magnetic Spectrometer (AMS), l'esperimento cacciatore di antimateria, che sarà installato proprio dall'ultimo volo dell'Endeavour.

Dallo Shuttle allo spazio privato
Con il lancio imminente della STS-134 alla Iss si chiude anche la fase storica segnata dallo Space Shuttle. Sarà proprio l'Endeavour che ha consegnato il primo modulo Usa alla stazione nel 1998 a portare in orbita l'equipaggio internazionale di cui fa parte anche Roberto Vittori. Aver imparato bene come si raggiunge la fine dell'atmosfera non significa che sia facile farlo, tant'è che a distanza di 50 anni da Gagarin e Shepard questa resta una prerogativa di russi e americani, per adesso allargata solamente alla Cina. Il 12 aprile non è tra l'altro solo l'anniversario di Gagarin, ma anche quello della prima missione STS dello Space Shuttle Columbia che, il 12 aprile di 30 anni fa, entrava in servizio per un programma molto ambizioso che ora si avvia a conclusione soprattutto a causa dei costi elevatissimi.

Musk, la sfida di Space X
Così, mentre i russi proseguono l'attività con le evoluzioni quasi infinite della Souyz che assicura trasporti a prezzi meno esorbitanti, sul fronte Usa si apre una voragine. Tagliato da Obama il programma Constellation, il ruolo di traghettatore Usa alla Iss ricade sulla generazione emergente degli imprenditori spaziali, guidata dal patron di Space X Elon Musk. Tra tutte le nuove imprese spaziali emerge quella del miliardario sudafricano trapiantato in California, che dopo il successo dei primi test del razzo Falcon 9 e della navicella Dragon ha incamerato il sostegno dell'amministrazione Obama (e una prima tranche di finanziamenti con i cosiddetti fondi COTS). Rilanciando sul fronte dei carichi pesanti legati a doppio filo alla vita della Iss, all'inizio di questa settimana Musk ha annunciato di voler costruire entro il 2013 un nuovo super-razzo low cost da 50 tonnellate di carico, capace di mettere in orbita dei carichi a 2mila dollari il chilo, contro i 20mila attuali, cosa che riaprirebbe anche qualche ragionamento sull'esplorazione interplanetaria.

Insomma, se è vero che le celebrazioni dei 50 anni dell'uomo nello spazio coincidono con una fase di grande crisi economica che impedisce di tratteggiare i tempi dei prossimi grandi balzi esplorativi, e impone invece di preoccuparsi soprattutto per chi perde o rischia di perdere i posti di lavoro nella cosiddetta Space Coast americana, è vero anche che dieci lustri in orbita hanno consolidato un'abitudine allo spazio indispensabile per ogni nuova grande avventura.

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