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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2011 alle ore 09:50.

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Le piccole e medie imprese italiane superano le rivali europee nella virtualizzazione delle loro infrastrutture tecnologiche. Ma sono ancora indietro nell'adozione di piattaforme, software e infrastrutture accessibili attraverso internet per gestire, ad esempio, le attività in ufficio attraverso una "nuvola" informatica (cloud computing, in inglese).

Che può allargare il perimetro di azione dell'azienda mediante l'accesso da qualsiasi luogo a uno spazio di lavoro condiviso. Per i dipendenti si tratta spesso di applicazioni simili ad altre già utilizzate al di fuori dell'impresa, per esempio la posta elettronica personale accessibile attraverso browser, oppure l'archivio di Dropbox per la condivisione di file.

Secondo una ricerca della società d'analisi Dynamic Markets il 77% delle pmi tricolore utilizza la virtualizzazione: la media europea è del 73%. Ma nelle altre sette nazioni incluse nell'indagine, invece, sei piccole e medie imprese su dieci in Europa adoperano il cloud computing, rispetto al 55% in Italia. Il sondaggio è stato condotto tra 1600 decision maker dell'information technology in otto paesi: Francia, Germania, Italia, Olanda, Polonia, Russia, Spagna e Regno Unito.

Finora sei pmi italiane su dieci hanno trasferito nella "nuvola" informatica le risorse di storage e le applicazioni per gestire la posta elettronica. Quattro su dieci inoltre hanno spostato anche i pacchetti per ufficio verso il "cloud". Per le infrastrutture it è più lento, invece, il passaggio delle risorse di calcolo (33%) e del desktop computing (27%) al cloud computing. In particolare, secondo l'analisi, il 79% delle aziende europee e il 69% delle italiane hanno trasportato nella "nuvola" una parte dell'infrastruttura e delle applicazioni che erano già virtualizzate.

Ma è uno scenario in rapida evoluzione. Saranno tre le aree chiave per lo sviluppo tra le pmi italiane: infrastrutture it, virtual desktop e applicazioni software. "Soprattutto a partire dalla seconda metà dell'anno vedremo in poco tempo una maggiore adozione dell'infrastucture as service, ancora limitato in azienda", sottolinea Alberto Bullani, regional manager di VMware Italia. Conta anche la diffusione di tablet come iPad e di altri dispositivi portatili. "Saranno necessari virtual desktop perché le risorse dovranno essere nella 'nuvola'", osserva. E aggiunge: "Bisognerà anche riscrivere le applicazioni in modalità nativa cloud". Pubbliche amministrazioni locali e strutture sanitarie territoriali sono state le prime a cogliere le opportunità del cloud computing.

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