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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2011 alle ore 08:28.

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IBM: cent'anni per 100 miliardiIBM: cent'anni per 100 miliardi

«Il successo è un traguardo che può sempre scappare di mano». Thomas Watson Jr. pronunciò questa frase nel 1961, in occasione del 50° anniversario della IBM, l'azienda fondata da suo padre Thomas Watson Sr. La riflessione nasceva dal fatto che, delle 25 maggiori corporation americane del 1900, ne erano sopravvissute solo due (e una di queste perché ne aveva assorbito altre sei). Quella frase appare ancor più viva oggi, nel 2011, quando delle prime 25 compagnie della classifica "Fortune 500" del 1961 ne son rimaste solo quattro.

Ma soprattutto oggi che l'International Business Machines, da tutti conosciuta come IBM (nel gergo: Big Blue) si appresta a festeggiare i cent'anni di vita: un'azienda che ha saputo sempre reinventarsi, che ha affrontato periodi bui e ne è uscita grazie a una leadership in continua trasformazione. Un organismo in evoluzione che ha saputo cambiare adattandosi ai mutamenti dell'economia mondiale, e che nel 2010 ha raggiunto ricavi per 100 miliardi di dollari.

Storia e prodotti
IBM nasce il 16 giugno 1911 come Computing-Tabulating-Recording (poi nel 1924 assumerà l'attuale denominazione): 1300 dipendenti che oggi sono 400mila distribuiti in 170 paesi. Comincia costruendo orologi, bilance, affettatrici, ma anche tabulatrici a schede perforate (quelle cioè che si "limitavano" a contare). Ma fare quei primi passi è come prendere una rincorsa. Nel 1928 proprio una scheda perforata rettangolare da 80 colonne diventa standard industriale per l'immagazzinamento e la registrazione dei dati. Sette anni dopo arriva la macchina Radiotype, che trasmette istantaneamente parole dal Polo Sud al New Jersey, e viene commercializzata la prima macchina elettrica per scrivere. Il primo Ascc (Automated Sequence Controlled Calculator), che permette di gestore automaticamente i calcoli grazie all'uso di relais elettromeccanici, si chiama Mark I ed è del 1944: pesa 5 tonnellate. Nel 1946 nasce il primo calcolatore elettronico, l'IBM 603: il modello successivo 604, arrivato due anni dopo, viene venduto in 5000 unità.

L'archiviazione elettronica dei dati prende il via nel 1956, con Ramac (Random Access Method of Accounting and Control) contenente il primo hard disk drive magnetico, dal quale partirà un progressivo incremento della densità di registrazione. Mentre il primo elaboratore di seconda generazione (il Sistema 360), con tecnologia a chip integrati è del 1964: l'unità di tempo diventa il nanosecondo. Il floppy disk arriva invece del 1971. Dieci anni dopo, nel 1981, nasce il personal computer IBM, e viene introdotto anche il Professional Office System, tecnologia che automatizza e-mail e documenti. Nel 1986 Benning e Rohre, del laboratorio di Zurigo, vincono il Nobel per la fisica con lo scanning tunnel microscope, e l'anno seguente ne saranno insigniti anche Bednorz e Mueller per lo sviluppo dei superconduttori ad alta temperatura. Nel 1992 è il turno del laptop ThinkPad, poi del DB2 (1983) tra i primi gestori di database relazione tipo Sql (Standard query language) che rappresentò una linea di business importantissima e negli anni a seguire accese la competizione con il gigante dei database: la Oracle di Larry Ellison.

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