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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2011 alle ore 21:30.

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Cisco lancia il tablet professionale Cius (androide) e il suo ecosistema di app nella nuvolaCisco lancia il tablet professionale Cius (androide) e il suo ecosistema di app nella nuvola

Otto location connesse simultaneamente in telepresenza, da Milano a San Josè in California, per dimostrare come la collaboration può diventare un asset fondamentale per raggiungere l'agognata efficienza in azienda e come la nuova generazione di device portatili rappresenti a tutti gli effetti un cambiamento radicale nei processi di business delle imprese, soprattutto di quelle di medie e grandi dimensioni. L'obiettivo per cui Cisco ha radunato nelle proprie sedi giornalisti di tre continenti era duplice: evidenziare le peculiarità del Cius, il tablet professionale Android per la collaborazione in mobilità che presto sbarcherà ufficialmente anche in Italia, e presentare in anteprima mondiale AppHQ, un ecosistema di applicazioni appositamente realizzate per gli utenti di questa tavoletta.

Tom Puorro, Director del Product Management di Cisco a livello mondiale, ha illustrato come funziona il Cius introducendo non a caso il concetto di mondo "post pc", e cioè di quell'ambiente operativo trasversale a tutta l'organizzazione aziendale in cui il computing è soprattutto mobile (o comunque non più legato ai soli sistemi desktop), le apps sono il cuore pulsante di molte attività e tutto o quasi (dati, applicazioni e molto altro) risiedono nella cloud. In questo contesto, con il fine dichiarato di aggiungere innovazione ed efficienza alla collaborazione in ambienti enterprise, Cisco ha introdotto il suo tablet definendolo qualcosa di più di un comune pc a tavoletta. Perché ha la prerogativa, unica nel suo genere, di integrare in un'unica "piattaforma" strumenti di mobilità e di social networking (il software Cisco Quad), video e virtualizzazione. Un dispositivo, ha esteso il concetto Puorro, che assicura funzionalità di sicurezza di livello enterprise (che i vari iPad e compagnia non possono, dicono i manager di Cisco, garantire), gestione centralizzata, creazione di contenuti virtuali e capacità di calcolo, oltre a un'ampia e completa suite di applicazioni.

Il messaggio che il colosso delle reti californiano indirizza al mondo aziendale è quindi il seguente: i tablet in azienda sono sicuramente un salto in avanti, un passaggio evolutivo necessario ma deve essere una sorta di estensione dell'infrastruttura It e della rete aziendale, una sorta di appendice, facilmente integrabile con i sistemi esistenti, del sistema di comunicazione e di condivisione dei documenti dell'impresa che ha dalla sua plus esclusivi (rispetto alle potenzialità delle comuni tavolette) di potersi trasformare per esempio anche in vero e proprio desktop virtuale. O di mini computer da "inserire" alla base dell'apparato di fonia fissa per diventare a propria volta un vero e proprio telefono.

Cisco, in altri termini, si guarda bene dall'etichettare il Cius come un rivale dell'iPad. Lo propone invece come prodotto pensato per gestire il traffico dati e capace di sfruttare al meglio le disponibilità di banda disponibili (su reti fisse e Wi-Fi da subito e su network 3G e 4G da qui a qualche mese) e come strumento che si integra, ovviamente, con l'ampia collana di soluzioni di comunicazione targate Cisco, dalla telepresenza alla video conferenza e ai meeting a distanza (la piattaforma WebEx) dall'Unified Communication alla messaggistica istantanea (l'applicazione Jabber).

Il Cius, ormai pronto a debuttare su scala globale (i costi del singolo dispositivo sono intorno ai 700 dollari) e anche sul mercato italiano (al momento sono stati avviati dei progetti pilota in seno ad alcune grandi aziende del settore energetico e finance), si presenta all'attenzione delle aziende con un ulteriore "add on", e per l'appunto AppHQ. Il vantaggio per l'utenza, dicono da Cisco, è quello di poter accedere (direttamente dal Cius) a una piazza virtuale dove confluiscono applicazioni di taglio enterprise che si affiancano alle circa 200mila apps "generaliste" disponibili nell'Android Market. In altri termini un ambiente protetto in cui trovano posto soluzioni business in formato di Web apps - i partner sono software vendor del calibro di Sybase, VmWare, Citrix e Salesforce ma il marketplace è aperto a tutti - debitamente validate e certificate da Cisco e destinate a potenziare i flussi di comunicazione e collaborazione di tutta l'azienda.

Un ecosistema "in the cloud" di cui gli amministratori It possono controllarne la fruibilità per i vari utenti e dispositivi, profilando il modello di download e di accesso alle apps rispetto alle diverse figure aziendali (commerciali, hr manager e via dicendo), e che permette alle imprese di creare al suo interno vetrine private virtuali in cui caricare e distribuire in modo sicuro le applicazioni agli utenti del Cius. Il tutto nell'ambiente di sviluppo che fa capo alla piattaforma mobile di Google.

Quella che sembrerebbe una chiara proiezione di Cisco verso il sistema di Google e quindi una scarsa attenzione rispetto agli altri sistemi operativi è in realtà una questione di opportunità, legata alla maggiore flessibilità dell'ambiente di sviluppo (Android è un software open source) della piattaforma di Mountain View. Il sistema di comunicazione e collaborazione nel suo complesso, assicurano i diretti interessati, è pensato in modo indipendente dal terminale utilizzato, e quindi che sia un iPhone, un BlackBerry o un computer Windows poco importa. E c'è totale apertura anche in chiave carrier, nel senso che ogni operatore telco è teoricamente un possibile canale di sbocco per il Cius sul mercato, soprattutto quando questo integrerà la connettività 3G e 4G.

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