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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2012 alle ore 10:53.
Violazione delle leggi sul copyright e riciclaggio: l'Fbi arresta quattro manager di Megaupload, un archivio su internet dove gli utenti possono condividere e scaricare video, musica e documenti, anche di grandi dimensioni. Nella mattinata il sito web risulta irraggiungibile.
Secondo gli inquirenti era una "megacospirazione" che ha causato danni per 500 milioni di dollari, dovuti ai mancati versamenti per i diritti d'autore durante cinque anni. L'organizzazione aveva sede in Nuova Zelanda, ma gestiva gran parte delle infrastrutture informatiche tra Stati Uniti ed Europa. Ricavava denaro attraverso la pubblicità online e abbonamenti che abilitavano servizi premium, ad esempio il download di file a velocità più elevate. L'Fbi, si legge nell'atto di accusa del Grand Jury di Alexandria, ha sequestrato 175 milioni di dollari, conti correnti bancari e una lunga lista di beni, inclusa una Rolls Royce Phantom targata "God" e una statua di Predator.
Nel mirino degli investigatori è finito Kim Dotcom: il suo vero nome è Kim Schmitz, è un pirata informatico di origini tedesche. Ha condanne per hacking e insider trading. Dopo aver accumulato una fortuna durante gli anni della bolla finanziaria, fonda Megaupload e sfida piattaforme "peer to peer" come eMule. L'operazione dell'Fbi arriva dopo il congelamento a Washington delle proposte di legge "Sopa" e "Pipa" per il contrasto alle infrazioni del copyright.
Non ha perso tempo il gruppo di hacker Anonymous: ha colpito i siti web di organizzazioni che negli Stati Uniti difendono i diritti d'autore per la cinematografia (Mpaa) e la musica (Riaa). Nel mirino anche l'etichetta discografica Universal music group e il ministero della Giustizia Usa. In particolare, ha pubblicato su internet l'indirizzo privato e i nomi dei familiari dell'amministratore delegato di Mpaa, Chris Dodd. Per le incursioni informatiche ha adoperato un software, Loic, in grado di utilizzare la potenza di calcolo di altri computer per attacchi online, all'insaputa degli utenti.
In Italia circa 6 milioni di persone utilizzano i cyberlocker come Megaupload.com e Megavideo.com, entrambi chiusi dall'Fbi. A fornire il dato è la Fimi (Federazione industria musicale italiana), specificando che Megaupload era di gran lunga il cyberlocker più usato, con circa 1,7 milioni di utenti, contro i 990mila di eMule. Tra i servizi potenzialmente illegali utilizzati per scaricare musica e altri contenuti digitali, i cyberlocker sono preceduti solo da BitTorrent, con 8 milioni di utenti. Al terzo i servizi di p2p con 1,2 milioni di utenti. Solo nel 2011, i file disponibili sui principali cyberlocker, segnalati da siti pirata italiani, erano più di 800mila, con il rischio di generare decine di milioni di download illeciti.
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