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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2012 alle ore 13:39.

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Sei milioni e mezzo di password rubate agli utenti di LinkedIn. L'azienda conferma, dopo che le voci si erano diffuse ieri in rete dopo la segnalazione di un sito web danese. Sul blog ufficiale spiega che sarebbero coinvolti circa il 5% degli account di LinkedIn (gli utenti nel mondo sono 161 milioni) e consiglia agli utenti di modificare in tempi rapidi la propria password. Chi è stato vittima del furto di identità non riuscirà a rientrare nel social network, perché la sua password non è più valida. Riceverà inoltre da LinkedIn con alcune informazioni su come cambiare password. Last Pass ha creato un tool per verificare se il proprio account è stato violato.

Il furto di identità sui social network è un fenomeno abbastanza frequente. Su twitter negli ultimi mesi è successo a diversi utenti di trovare tweet in realtà mai scritti. Frasi come "How to make extra money", che mandano successivamente a un link esterno. Lo scorso mese decine di migliaia di nomi utente e password erano stati trafugati e messi online su un sito di condivisione. Le aziende che si occupano di sicurezza informatica segnalano casi di questo tipo anche su Facebook.

Come difendersi? Cambiando password. Conviene non avere la stessa per i diversi social network e altri servizi online (home banking, e-commerce eccetera). Meglio combinare maiuscole e minuscole, con numeri, accentate, caratteri speciali. Non usare mai la data di nascita, la città in cui si vive e tutti i nomi comuni. Sempre il blog di LinkedIn indica come scegliere la parola chiave in maniera più sicura seguendo alcuni passi.

Come è possibile che qualcuno si impadronisca delle nostre password? «Ci sono diverse possibilità. La prima un attacco malware al nostro pc. Può avvenire in diversi modi, uno è quello di convincere l'utente a cliccare su un link. Funziona nella misura in cui il messaggio che invita ad andare sul sito risulta credibile. Ci sono circa 70mila siti web compromessi. L'utente non si accorge di nulla, ma il device viene infettato» spiega Gastone Nencini, Senior Technical Manager di Trend Micro. L'altro caso è quello «di attacchi mirati in cui si usano password frequenti, oppure prese da archivi di password disponibili online».

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