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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2012 alle ore 11:42.
Ha appena finito di parlare, fra uno scroscio di applausi, e si toglie gli occhiali passandosi due dita per strizzarsi gli occhi, non per asciugare lacrime ma per un gesto finalmente di relax, dopo 4 ore di stress controllato ma pur sempre stress, eccome. E' Charles Bolden, amministratore di NASA, la potente agenzia spaziale americana, un uomo tanto d'acciaio quanto di buone maniere, competenza e entusiasmo.
Non è solo un amministratore importante e capace, ma anche un astronauta, due volte sullo Space Shuttle e uno dei cinque che quella volta, per andare a riparare l' Hubble Space Telescope, misero sul piatto della bilancia la loro pelle. Quella missione infatti era l'unica delle 131 effettuate dalla navetta , dichiarata "no rescue", nessuna possibilità di salvataggio in caso di fallimento. Ma c'era di mezzo l'orgoglio degli Stati Uniti, che avevano dato al mondo il miglior occhio sull'universo che mai si potesse sognare e che da 20 anni ci regala immagini stupende del cosmo, dovevano ripararlo a tutti i costi.
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E oggi abbiamo un altro occhio, stupendo, perfezionato e lontano: su Marte a bordo del rover Curiosity perfettamente arrivato sul Pianeta rosso dopo una manovra definita, giustamente, pazzesca mai tentata e riuscita perfettamente, come indicano i primi dati che arrivano dal "SUV marziano. 7 minuti d discesa cieca, senza controllo da parte della Terra, completamente in autonomia e in balia dell'intelligenza artificiale di Curiosity, un tempo infinito, una tensione, professionalmente controllatissima, che comunque era palpabile nella sala controllo e usciva, quasi, dai monito di tutto il mondo connessi via Internet.
E alla fine applausi, salti, gente che si abbbracia e Boldenche parla, esono parole di "pride", orgoglio per gli Stati Uniti d'America, che molti dichiaravano oramai defunti come prima potenza spaziale dopo lo stop ai voli dello Shuttle. Erano "ridotti" a chiedere passaggi ai russi, a caro prezzo, per andare nella Stazione Spaziale Internazionale e con questa idea balzana di Obama, e Bolden, di assegnare ai privati molti dei voli da e per la ISS. Un periodo buio di cambio continuo di obiettivi e programmi.
E ora giustamente Bolden, e il Presidente Obama, rivendicano di nuovo la loro primazia: sulla ISS si va ora con la navetta Dragon di Spacex , la compagnia privata fondata da quel genio assoluto di Elon Musk, inventore di Payal oltre che di Ampera, la prima macchina completamente elettrica in produzione. Se non bastasse quello di Curiosity è il quarto atterraggio perfetto con 3 metodi diversi sul Pianeta Rosso, dove su quaranta tentativi in 52 anni la metà sono andati male.
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