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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2012 alle ore 17:13.

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Apple continua a rimarcare e sottolineare somiglianze e similitudini tra iPhone e gli smartphone di Samsung. Dopo il design ieri è stato la volta delle app. Secondo Cupertino, i coreani avrebbero modificato le icone per farle assomigliare a quelle di iPhone. I legali hanno mostrato alla giuria della corte distretuale di San Jose (California) un documento interno del 2010 del gigante coreano che metteva a confronto il design delle icone del Samsung GT-i9000 con quelle dell'iPhone con la raccomandazione di renderle user- frendly come quelle di Apple. I cambiamenti che in seguito sono stati apportati, ha dichiarato davanti alla corte Susan Kare, artista e designer grafico che ha lavorato a Apple fino alla prinma metà degli anni Ottanta, avrebbero reso praticamente indistinguibili l'interfaccia iconografica dei due smarphone. Sempre la Kare ha passato in rassegna non meno di 10 telefonini Samsung sostenendo che le applicazioni erano sostanzialmente simili a quelle descritte nei brevetti di Cupertino. Prima della sua testimonianza lunedì è stato il turno di Peter Bressler. Il designer e docente a contratto dell'università della Pennsylvania è stato chiamato sempre da Apple per confermare la propria tesi accusatoria. Tuttavia, l'ex presidente della Industrial Design Society of America non si è espresso in modo chiaro su quello che rischia di essere l'interrogativo intorno al quale ruota tutto il processo. Ovvero: le somiglianze nel design e nelle interfacce dei dispositivi possono aver indotto i consumatori a confondere i brand? In altre parole, Apple ha perso quote di mercato a causa del presunta violazione dei brevetti di Samsung? Bressler su questo punto ha affermato che è improbabile che qualcuno possa confondere i due marchi nell'atto dell'acquisto. Stesso tentennamento ha avuto ieri Susan Kare che messa alle strette da Charles K. Verhoeven, il legale di Samsung ha dichiarato: «Non sono una esperta di comportamento dei consumatori. Sono concentrata sulle interfacce grafiche e quindi non sono qualificata a rispondere a questo tipo di domanda». La strategia del chaeobol coreano potrebbe quindi concentrarsi nel dimostrare che le vendite di Apple non sono state intaccate sotto profilo commerciale. Numeri che però difficilmente Cupertino metterà a disposizione della Corte.

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