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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2012 alle ore 13:55.

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L'immagine mostra l'altimetri del cratere Gale, dove è atterrato CuriosityL'immagine mostra l'altimetri del cratere Gale, dove è atterrato Curiosity

Curiosity da sabato praticamente è fermo sul suolo marziano. Problemi ? Guasti? Nulla di tutto questo, fra poche ore riprenderà più arzillo di prima, questi 3-4 giorni servono alla sonda per "rifarsi il cervello". Neanche su Marte ci si salva infatti dai noiosissimi aggiornamenti software!

Il mezzo Nasa, arrivato su Marte con una precisione incredibile sia per l'orario, sono pur sempre più di mezzo miliardo di chilometri, che per lo spazio, ha centrato al meglio la zona prevista per l'atterraggio, deve passare dalla revisione R9 del proprio software, adatta per il viaggio e per il tremendo atterraggio effettuato in pena autonomia e guidato solo dal computer di bordo, alla versione R10. Questa se la terrà per tutto il tempo in cui andrà vagabondando per il cratere Gale di oltre 150 chilometri di diametro , è infatti ottimizzata per la guida automatica, il sorpasso di ostacoli e soprattutto la gestione dei 10 strumenti sceintifici e del braccio robotico.

Il computer di bordo, un power pc adattato, Rad750 della BAE systems, non è un granché per la verità almeno a prima vista, funziona a soli 133 Megahertz tanto per dare un parametro che ci riporti alla velocità di esecuzione delle istruzioni. Sono dieci volte meno di quanto può fare un buon smartphone oggi in commercio, quanto a memoria poi solo 4 gigabytes, quando un telefono di ultima generazione ne ha almeno 16 se non 32. E allora cosa è successo, su un progetto da 2.5 miliardi di dollari hanno risparmiato proprio sul PC?
La domanda è lecita, ma i computer che vanno su Marte devono essere molto speciali, dato che hanno da resistere a temperature estreme, anche negative sui 150 gradi sotto lo zero, e soprattutto al bombardamento di raggi cosmici che, entrando nell'elettronica, darebbero luogo a un disturbo micidiale, dato che questa funziona mettendo in moto gli elettroni nei circuiti e i raggi cosmici creerebbero elettroni e segnali spuri.

Come se in una fila ordinata di auto in autostrada improvvisamente calasse a gran velocità un camion TIR, o anche due. In sostanza un iPhone o un telefono Android su Marte funzionerebbero per qualche secondo e poi uscirebbero "pazzi" senza capire più a quale segnale dare ragione fra tutti quelli che attraversano il suo circuito. Quindi aggiornamento lungo e critico, sul computer principale e anche su quello di riserva.
Ma su Curiosity c'è anche un chip molto sofisticato e importante costruito in Italia dalla SITAEL di Bari, una media industri italiana, privata, che con lo spazio ha una certa tradizione e dimestichezza.
ASIC REMS, questo il nome del circuito, nero come di prammatica il colore e delle dimensioni di una moneta da 2 euro, è anche lui in grado in grado di resistere alle radiazioni e temperature estreme del pianeta rosso, e raccoglie i preziosi segnali dei vari sensori meteo per pressione, temperatura , vento, umidità, dandoci un immagine continua dell'atmosfera marziana.

SITAEL è l'unica azienda Italiana a partecipare al Progetto Curiosity selezionata direttamente da NASA e da EADS Astrium grazie alla tecnologia che possiede per costruire ex novo questo circuito estremamente complesso che non solo raccoglie i dati in condizioni critiche e con bassissimo rumore di fondo, ma anche li tratta preliminarmente prima di inviarli al computer, che ora sta facendo il suo upgrade.

«Oltre alla realizzazione del circuito in sé è stato molto difficile trovare anche una colla che permettesse di fissarlo al rover e che potesse sopportare, oltre a tutto il resto, anche temperature di 180 gradi sotto lo zero, richiesta precisa per l'accettazione da parte dei committenti» dice Nicola Zaccheo ceo di SITAEL, industria che come prossimi, immediati, impegni ha una collaborazione con la NASA per il satellite Icesat e con i giapponesi della Jaxa.

I dati che sono arrivati durante il volo verso Marte sono già sotto esame, e sono eccezionalmente importanti per valutare l'impatto delle condizioni dello spazio interplanetario, soprattutto le radiazioni, non solo sulle attrezzature, ma anche per i prossimi voli umani sul Pianeta Rosso, in programma, o forse meglio dire nei desideri, di USA e Cina.

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