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Questo articolo è stato pubblicato il 15 agosto 2012 alle ore 08:20.
L'ultima modifica è del 15 agosto 2012 alle ore 08:25.

Oggi la questione è cambiata parecchio, non "ci immaginiamo" ma , alla data odierna, 748 pianeti confermati attorno a stelle tutte molto vicine al nostro Sole, ma vita zero, così come da 50 anni e oltre il progetto SETI ascolta le radiofrequenze dell'Universo intero per captare un vagito di intelligenza, senza cavarne un ragno da buco. Ma siamo solo all'inizio, stimo esaminando il pianerottolo di casa e abbiamo davanti tutta la città da esplorare.

Marte d'altronde è stato per decenni, e forse lo è ancora, il luogo di elezione per gli alieni : i "Marziani" , immaginati in mille forme diverse ma solo in due possibili modalità: amici e superiori a noi o nemici e desiderosi di annientarci e prendere il nostro pianeta. Leggendaria la trasmissione radiofonica di Orson Wells, nel 1938, che legge a sorpresa il dramma "La guerra dei mondi", gli ascoltatori credono sia sul serio la cronaca di un'invasione ed è panico negli Stati Uniti, val la pena di ascoltare qualche frammento della trasmissione. Diverso l'atteggiamento ad esempio di "Ultimatum alla Terra" in cui saggi alieni vengono a consigliarci di non fare più la guerra, e noi ovviamente li trattiamo a muso duro, ma sono gli anni del dopoguerra e la voglia di Onu e Pace è grande. Questo d'altronde corrisponde anche a un aspetto duale degli scienziati.

Possibilisti ed entusiasti gli astronomi, che fanno un conto sostanzialmente aritmetico: tantissimi mondi nei miliardi di stelle della nostra Galassia o nelle altre miliardi di galassie esistenti significa alta probabilità di trovarne uno simile alla Terra. I biologi invece ragionano in termini, realisticamente, più complessi: la vita richiede tante, forse troppe, condizioni per svilupparsi per essere un fenomeno sparso senza parsimonia nell'universo e i più pessimisti dicono che è troppo complesso tout court e quindi c'è qui da noi e basta e avanza.

Anzi, se tornassimo indietro con l'evoluzione al punto zero con tutta probabilità noi non appariremmo come specie, ma verrebbe fuori tutt'altro. Su tutti e due i partiti, marziani buoni marziani cattivi, pende la domanda-maledizione di Enrico Fermi, il grande fisico italiano del secolo scorso: se gli alieni sono dappertutto , come mai non ne vediamo neanche uno ? Stephen Webb , fisico statunitense, ha pubblicato, anche in Italia, un divertente libro contenente ben 50 risposte a questo epocale dilemma, tutte ragionevoli ma nessuna convincente.

I "Marziani" iniziano , nel nostro immaginario, con Giovanni Schiaparelli, direttore dell'Osservatorio Reale di Brera a Milano 130 anni fa. Riesce, con sacrifici anche allora, a comperare un telescopio modernissimo, siamo nel 1880-90, l'equatoriale Mertz visitabile anche oggi nello splendido quanto trascurato complesso napoleonico. Osserva Marte e scorge i "canali", descrive in modo asettico, come tocca a uno scienziato di valore, quelle fratture che per migliaia di chilometri passano quasi da parte a parte il pianeta rosso. Nelle conferenze per il pubblico però si lascerà andare, è l'epoca del nascente socialismo e nulla vieta a Schiaparelli di immaginare che su Marte esista una società solidale, e ovviamente socialista, che costruisce questi giganteschi canali. Perché mai li costruisce? Questa domanda non se la pone il nostro scienziato.

È da lì che nascono i mille film e racconti sui marziani, ora buoni e che vogliono salvare la Terra da sé stessa come nel film di fantascienza degli anni '50 , in un mondo in cerca di ragionevolezza e riscatto appena uscito dall'incubo della seconda guerra mondiale, ora cattivi e che ci vogliono fare a pezzi e rubare il nostro pianeta blu per le sue acque. Curioso che questo duplice atteggiamento corrisponda a quello degli astrofisici e scienziati in genere: c'è chi spasima per avere segnali alieni, come il team di Seti, e chi avverte: attenzione potrebbero essere ostili o addirittura feroci, come Stephen Hawking, il famoso cosmologo di Cambridge.

Di tutto questo il fantastico rover Curiosity non si curerà: ci darà i parametri chimico fisici di Marte e ci farà sapere se su quel pianeta potranno vivere i nostri simili. Marziani o extraterrestri ? Se ne parla fra una cinquantina d'anni, per il momento teniamo d'occhio i batteri su Marte ma anche sulla Terra, sono qui da miliardi di anni prima di noi, altro che Neanderthal, e sono dispostissimi a sopravvivere altri miliardi, anche dopo la scomparsa delle altre specie. Compresa la nostra.

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