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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2012 alle ore 16:16.

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Il migliore iPhone di sempre. Ma pur sempre una evoluzione del precedente. Apple ha lanciato alle 00:00 di venerdì 28 settembre l'iPhone 5 che nel primo week end per gli Stati Uniti ha registrato 5 milioni di pezzi venduti, e il Sole 24 Ore ha potuto provarlo in anteprima.

Il primo contatto è quasi sotto tono: il nuovo iPhone 5 sembra in realtà praticamente identico al vecchio modello 4S. Ma comparando direttamente i due si vedono e si "pesano" le differenze: 20% in meno di peso, 18% in meno di spessore, schermo più luminoso e con colori più saturi del 40%. E le dimensioni: il lato corto dello schermo rimane di 640 pixel, il lato lungo cresce da 960 a 1136: non perfettamente 16:9 ma quasi. I 4 pollici (prima erano 3,5) di diagonale sono un aumento discreto ma più che palpabile.

Così come è palpabile l'effetto che fanno i nuovi materiali: niente più vetro nel dietro ma alluminio anodizzato e due strisce di ceramica nera (nel modello Black) per lasciare libere le antenne di trasmettere.
Nelle nostre prove il vero punto di forza sono proprio le antenne: sia la connessione WiFi (adesso dual band con 2,4 Ghz e 5 Ghz) che quella Umts sono al massimo della potenza. C'è anche il nuovo LTE in standard multi-paese (funzionerà in Usa, Cina e ovviamente Italia) ma i nostri operatori ancora per qualche mese non ci daranno la possibilità di utilizzarlo. Questo, unito al fatto che la batteria garantisce una autonomia sostanzialmente analoga al modello precedente nonostante il processore A6 vada letteralmente al doppio nei nostri test e lo schermo sia più grande del 20%, rende l'iPhone un buon compagno di viaggio.

Positivo ma non rivoluzionario il nuovo sensore per la fotocamera: più piccolo ma con la stessa risoluzione del modello precedente, cioè otto megapixel. Nella prova abbiamo apprezzato la funzionalità di iOs 6 per la foto panoramica assistita (una traccia india come muoversi sul display e ferma l'operazione se si "sballa" la direzione) e l'algoritmo di correzione della luminosità che in ambienti molto scuri "somma" la luminosità di quattro pixel per rendere più chiara l'immagine.

Negativo invece per adesso il giudizio sul nuovo spinotto. Abbandonato il vecchio modello a 30 pin che durava dal 2001, adesso il nuovo Lightning mini (Apple risparmia l'80% dello spazio rispetto a prima) mette in fuori gioco tutti i vecchi accessori e l'adattatore costa 29 euro. Anche la sim, la scheda telefonica, che passa dal modello micro del precedente iPhone al "nano" di questo, è nuovamente incompatibile con le usuali mini sim utilizzate dalla maggior parte dei prodotti sul mercato. Bisognerà vedere se il doppio cambiamento varrà la pena, ma si può capire solo nel medio periodo.

Tra le cose che si possono apprezzare: Apple ha utilizzato per la prima volta il nuovo standard Wide Band Audio per le telefonate, che permette di avere voce in alta qualità ma solo tra apparecchi con le stesse caratteristiche e con un operatore che lo permette. In Italia, c'è solo Tim per adesso.

Dopo il primo approccio e cominciando ad utilizzare in maniera più sistematica il telefono emerge che Apple ha sostanzialmente azzeccato la manovra di aumentare la superficie dello schermo giocando solo sulla verticale. C'è più spazio per visualizzare lunghi elenchi di cose, ma anche mettendo il telefono in orizzontale lo spazio a disposizione per vedere foto, video e pagine web (con iOS 6 il browser Safari adesso va in modalità tutto schermo) è sensibilmente maggiore.

Veniamo all'ultima nota dolente, cioè le mappe. Come è noto, Apple ha abbandonato Google come fornitore di mappe: l'azienda del motore di ricerca californiano forniva le mappe fin dal 2007 ma, a parte la concorrenza con Android, il vero motivo dell'abbandono sta nel fatto che Google voleva schedare con maggior dettagli le ricerche e gli usi degli utenti, possibilmente veicolando pubblicità e il proprio brand sulla piattaforma della concorrenza. La scelta di Apple di usare un proprio sistema di mappe è stata studiata usando la cartografia vettoriale di TomTom, che Google non voleva fornire, e un sistema di visualizzazione tridimensionale proprietario di Apple (frutto di una acquisizione di uno spin off dal gruppo Saab due anni fa), oltre a un sistema di guida stradale simile ai navigatori per auto come TomTom e gratuito.

Le polemiche sono scoppiate perché il sistema di Apple viene percepito come ancora immaturo rispetto a quello di Google: mancano le direzioni dei mezzi pubblici (peraltro non disponibili in Italia) e molti indirizzi appaiono sbagliati, ad esempio per i centro commerciali o i negozi. Ma, come nota Apple, è stata messa fin da subito una funzione per consentire agli utenti di segnalare indirizzi sbagliati e l'azienda promette che in breve tempo verranno corretti tutti gli errori. Le mappe tridimensionali sono comunque molto belle e la velocità degli aggiornamenti è garantita dal tipo di tecnologia adoperata da Apple.

Ultima nota sul listino prezzi: il modello di punta, con 64 Gb di memoria, costa quasi mille euro, il prezzo più caro in Europa. Il portavoce di Apple Europa spiega che non è a causa di una scelta dell'azienda, che mette lo stesso prezzo netto in tutta l'area euro, ma del livello di tasse ed accesi del nostro paese, che è il più alto dell'eurozona.

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