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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2012 alle ore 07:37.

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Apple continua a innovare con una velocità da start-up, ma le sue mosse hanno conseguenze da gigante sul mercato digitale. L'ultima opera di Steve Jobs, l'iTeam, la squadra che ha preso il suo posto alla guida della casa di Cupertino ha evitato la trappola più temuta, quella di sedersi sulla leadership conquistata e consumare nel marketing il ritmo innovativo impostato in passato per massimizzare i profitti, soddisfare la finanza e difendere le posizioni acquisite.

Le sfide accettate (e vinte) dall'iTeam
Al contrario, l'iTeam ha preso decisioni forti: ha accettato la sfida dei tablet più piccoli e meno costosi mantenendo la sua qualità nel design, rinnovando nello stesso tempo con coerenza la sua versione di tablet più grande; ha introdotto una nuova soluzione per la registrazione che unisce la velocità della memoria flash alla capienza del disco; ha accelerato la mutazione del suo computer da scrivania con una nuova versione che fa apparire le precedenti obsolete. E ha mantenuto il passo nel software, nei telefoni, negli iPod. La concorrenza diretta, da Samsung a Google, è forte ma la Apple sta giocando le sue carte con vigore.

L'antico leader e i suoi successori
Da un anno a questa parte, la Apple è diventata la più grossa aggregazione di denaro che si trovi nella borsa di New York. I suoi prodotti la rendono un interlocutore sempre più formidabile in settori come la musica, i giochi, l'editoria, le telecomunicazioni. Fa profitti esagerati. Ma soprattutto nel complesso percorso dell'innovazione digitale mantiene una sorta di linea interpretativa, chiaramente ereditata dalla visione del suo antico leader ma aggiornata continuamente dai successori: si tratta di un profondo concetto dell'interfaccia proteso a rendere facile e desiderabile per le persone interagire con le loro macchine.

Il compito culturale della Apple
Le declinazioni di questa intuizione di Jobs, dimostrata e affermata fin dal 1980, sono diventate il vero compito industriale e culturale della Apple. E oggi si stanno trasformando in una sorta di mondo di senso efficace e attraente: per design, tecnologia e storytelling. Lo spot del piccolo iPad che si unisce strimpellando alla musica suonata dal grande iPad è a sua volta una dimostrazione della coerenza narrativa che sta emergendo nella vicenda della Apple. Casomai a stonare, qui e là nel corso della presentazione dei nuovi prodotti Apple, era il tono di voce un po' troppo recitato di alcuni tra coloro che hanno preso la parola. Problema di poco conto.

La leadership che si fa ascoltare
Piuttosto, il rischio che corre la Apple non è quello di rallentare l'innovazione - visto che ha dimostrato di saper evitare questo errore - ma di concepirla in modo autoreferenziale e chiuso alle istanze diverse. Anche questo finora non è successo: ma la decisione con la quale la Apple afferma il suo punto di vista sul mercato ha bisogno di altrettanta capacità di ascolto. La leadership, in fondo, è anche questo.

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