Facebook compra Monoidics, azienda di italiani che corregge i "bug"

Nasce sempre un po' di orgoglio patriottico quando un gigante quale è Facebook si accorge di un'impresa forgiata (anche) da italiani. Eccitazione che non può essere paragonata a quella di Cristiano Calcagno (Chief Technology Officer) e Dino Distefano (Chief Science Officer) di Monoidics. L'azienda, che ha base a Londra con uffici anche a Seattle e Tokyo, ha annunciato l'acquisizione sul proprio blog, senza però rivelare i termini dell'accordo.

Facebook ha di fatto acquistato gli asset di Monoidics la quale, con un software di analisi e correzione degli errori chiamato Infer, è entrata nelle grazie commerciali di colossi quali Mitsubishi e Airbus. Anche Mark Zuckerberg ha sottolineato l'importanza dell'acquisto: «Monoidics ha creato il miglior software che analizza altri software per individuare e correggere i bug».

A Menlo Park intendono destinare il know-how alle applicazioni per device mobili, ulteriore (e non necessario) segnale di quanto Facebook sia sensibile al tema. Abbiamo cercato di contattarli ma, almeno al momento, l'unica fonte per le informazioni risulta essere l'ufficio stampa di Facebook che, seguendo il rigoroso ordine "first in, first out", risponderà a tutti. Calcagno e Distefano hanno raggiunto Monoidics a Londra nel 2009, entrambi senza fare il trasloco. Si trovavano già lì, impiegati in due diversi atenei londinesi, il primo per vocazione il secondo perché escluso da un posto per un dottorato a Pisa.

A maggio del 2012 Facebook aveva acquisito Glancee, software made in Italy che aiuta a riunire le persone in base agli interessi e alla loro vicinanza. Il team di Monoidics, in attesa di entrare a fare parte degli effettivi di Facebook, chiude il comunicato sul blog con un entusiastico «We are excited to see what's next!» che, in italiano si traduce con un più prosaico «guardiamo avanti e dimentichiamo l'Italia che non ci ha valorizzati».

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