Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 22 luglio 2013 alle ore 15:12.

My24
Wi-Fi, tentativi alla Camera per salvare la liberalizzazione. Si decide su costi e burocrazia per gli esercenti

Si decide in queste ore, con l'iter del Decreto del Fare, la sorte del Wi-Fi pubblico italiano. Se sarà più facile e più comune trovare punti di accesso nei negozi e ristoranti o se al contrario faremo retro marcia sull'innovazione. A quanto risulta al Sole24Ore, infatti, il relatore che alla Camera si occuperà delle nuove, contestate norme Wi-Fi ha ricevuto una proposta di modifica per rimediare ai problemi dell'attuale testo. La modifica vuole varare una vera liberalizzazione del Wi-Fi, eliminando qualsiasi obbligo per gli esercenti che offrono questo servizio al pubblico. L'attuale testo, dopo un emendamento approvato nei giorni scorsi dalla Commissione Poste, Trasporti e Comunicazioni, invece ne introduce nuovi e gravosi.

Adesso, dopo l'emendamento, il testo riguardante il Wi-Fi nel decreto Fare è il seguente (articolo 10):
1.Quando non costituisce l'attività commerciale prevalente del gestore del servizio, l'offerta di accesso ad internet al pubblico tramite tecnologia WI-FI non richiede la identificazione personale degli utilizzatori. Non trovano applicazione l'articolo 25 del decreto legislativo 10 agosto 2003, n. 259 e l'articolo 7 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155. Resta fermo l'obbligo del gestore di garantire la tracciabilità del collegamento attraverso l'assegnazione temporanea di un indirizzo IP e il mantenimento di un registro informatico dell'associazione temporanea di tale indirizzo IP al MAC address del terminale utilizzato per l'accesso alla rete internet
2.Il trattamento dei dati personali necessari per garantire la tracciabilità del collegamento di cui al comma 1 è effettuato senza consenso dell'interessato, previa informativa resa con le modalità semplificate di cui all'articolo 13, comma 3, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, e non comporta l'obbligo di notificazione del trattamento al Garante per la protezione dei dati personali.

Il comma due serve a rispondere ad alcune delle critiche sollevate dal Garante della Privacy, secondo cui i dati tracciati sono comunque dati personali. Ma il Garante aveva detto anche che il riferimento al tracciamento del Mac address- presente anche nel testo originario del Fare prima dell'ultimo emendamento- potrebbe essere interpretato come un ritorno al decreto Pisanu, le cui norme sul Wi-Fi sono decadute nel 2011 dopo che ci si è resi conto di quanto stavano danneggiando lo sviluppo dei servizi in Italia. Il decreto Fare «reintroduce obblighi di monitoraggio e registrazione dei dati», scrive il Garante.

L'emendamento invece di eliminare questi obblighi, li specifica meglio e li rende quindi ancora più gravosi per gli esercenti. In particolare, lo fa quando afferma che: «Resta fermo l'obbligo del gestore di garantire la tracciabilità del collegamento attraverso l'assegnazione temporanea di un indirizzo IP e il mantenimento di un registro informatico dell'associazione temporanea di tale indirizzo IP al MAC address del terminale utilizzato per l'accesso alla rete internet».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi