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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2013 alle ore 10:50.
L'ultima modifica è del 26 novembre 2013 alle ore 14:15.

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Il Natale è ormai prossimo, migliaia di consumatori europei avranno già ordinato online il regalo per i rispettivi partner, figli e amici e nei magazzini di Amazon è di conseguenza scattato il periodo di picco per le consegne. Tutti contenti? No, perchè a preoccupare l'azienda di Seattle capitanata da Jeff Bezos sono emerse nelle ultime ore questioni che interessano da vicino il portafoglio e la salute dei suoi dipendenti in Germania e nel Regno Unito.

La questione del contratto
Centinaia di lavoratori tedeschi del colosso dell'e-commerce, impiegati presso i centri di distribuzione a Bad Hersfeld e Lipsia, sono infatti in sciopero e dal sindacato Ver.di è arrivato un avvertimento esplicito: "non sarà la prima volta che i dipendenti incroceranno le braccia prima di Natale se non saranno aumentati i salari". La richiesta avanzata ad Amazon è altrettato chiara, e riguarda l'equiparazione del contratto a quello dei lavoratori occupati nell'area delle vendite.
La società noradamericana, scrivono le agenzie, ha subito accettato di pagare i bonus di Natale, ma a quanto pare la concessione non è stata ritenuta sufficiente dalle parti sindacali (Ver.di rappresenta nel complesso oltre 5mila lavoratori fra il centro di Lipsia e quello di Bad Hersfeld) per chiudere la vicenda. L'azienda, da parte propria, non sembra disposta ad ulteriori provvedimenti, convinta del fatto che i dipendenti in attività presso i suoi magazzini siano già pagati con il massimo della paga prevista dal contratto di settore.

Spedizionieri come robot
Ancora più problematica, per molti versi, la situazione scoppiata in mano ad Amazon in terra britannica. Il personale addetto allo smistamento di libri, Dvd, giocattoli e tutti gli altri prodotti dell'immenso catalogo del retailer americano sarebbe infatti a rischio di "problemi mentali e fisici" per l'eccessivo carico di stress a cui è sottoposto. Lo dice, con estrema dovizia di particolari, un'inchiesta condotta dalla Bbc, che ha infiltrato un suo giornalista (Adam Littler) fra le file degli addetti alle spedizioni.
Detto che Amazon arriva ad impiegare complessivamente fino a oltre 20mila persone nei suoi centri logistici nel periodo di massima punta qual è quello di Natale, nei centri inglesi e in particolare in quello di Swansea (in Galles) dove ha preso lavoro per sette settimane il giovane reporter i magazzinieri sono chiamati a prestazioni da super atleta: 11 miglia (oltre 15 chilometri) da percorrere a piedi nel corso del proprio turno di lavoro all'interno del gigantesco deposito da 75mila metri quadrati per trovare gli oggetti da inviare ai clienti, gestendo ogni singolo ordine in un tempo medio di 33 secondi. Il tutto sotto il controllo costante di uno scanner che guida gli addetti (2mila quelli impiegati in questo periodo) al "pick up" degli articoli a scaffale e ne registra tutta l'attività inviando apposita reportistica ai diretti responsabili.

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