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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2013 alle ore 07:24.
L'ultima modifica è del 04 dicembre 2013 alle ore 07:42.

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Il grande momento è arrivato: la Copenaghen Wheel, la ruota che rende smart la bicicletta progettata nei laboratori del Mit (Massachussets Institute of Technology) di Boston, è ufficialmente in vendita. Sul sito di Superpedestrian, la piccola azienda che ne ha curato la produzione e la commercializzazione, è possibile ordinarla per 700 dollari (circa 520 euro), quasi 800 con i costi di spedizione. A quasi quattro anni dalla sua prima apparizione, alla fine del 2009, la Copenaghen Wheel arriva sul mercato con ambizioni proporzionali ai finanziamenti ricevuti per la fase di start-up, oltre due milioni di dollari, parte dei quali provenienti da David Karp, fondatore di Tumblr.

La grande novità della Copenaghen Wheel è concentrare tutte le componenti di una bicicletta elettrica (motore, batteria e sensori per l'assistenza della pedalata) in un "disco rosso" da montare al mozzo della ruota posteriore. Il che significa poter installare questo kit su qualsiasi telaio già in uso e, soprattutto, offrire alle biciclette una linea essenziale e accattivante, lontana dalle goffaggini dei classici modelli elettrici. Più che di un progresso estetico, però, si tratta di una vera e propria rivoluzione tecnologica. Per esempio, ci sono una serie di sensori in grado di rilevare le condizioni delle strade in cui si muove la bicicletta: traffico, inquinamento, rumore, temperatura e umidità. Dati che, poi, possono essere anche condivisi con le amministrazioni pubbliche, qualora fossero attrezzate per sfruttare questo genere di informazioni.

Per il ciclista, invece, il vantaggio principale è che la Copenaghen Wheel, con un funzionamento simile al kers delle Formula 1, è in grado di ricaricare la propria batteria durante le cosiddette "fasi favorevoli", vale a dire quando il ciclista frena o pedala in condizioni di efficienza. In questo modo si risolve uno dei principali problemi legati all'uso della bicicletta a pedalata assistita: l'autonomia della batteria. Infatti quel che la batteria dà in fase di partenza o salita, si riprende in discesa o in pianura. E proprio qui risiede l'intelligenza della Copenaghen Wheel che, grazie ad accelerometri e sensori di pedalata e di pendenza, è in grado di capire in ogni istante quale sia l'esigenza del ciclista. Come qualsiasi bicicletta a pedalata assistita c'è un pannello di controllo per impostare il tipo di spinta che si vuole dal motore. La differenza è che, in questo caso, non si trova sul manubrio ma direttamente nello smartphone (bisogna scaricare l'app dedicata, disponibile per Android e iOs), che si collegar ai sensori della ruota via bluetooth.

La Copenaghen Wheel pesa poco meno di 6 kg e, in accordo con i limiti di legge, arriva in Europa con un motore da 250 watt di potenza (le versione Usa prevede un motore da 350 watt), che interrompe la sua azione alla velocità di 25 km/h. È compatibile con ruote da 26 e 28 pollici e, per il montaggio, è sufficiente la sostituzione dei raggi.

Una rivoluzione annunciata per la mobilità urbana dietro alla quale c'è molta ricerca e specializzazione italiana. Uno dei principali artefici della Copenaghen Wheel, infatti, è il torinese Carlo Ratti, direttore e fondatore del Senseable City Lab del Mit. Non solo: l'intero progetto è stato sviluppato in collaborazione con l'italiana Ducati Energia, in qualità di partner tecnico, e con il supporto del Ministero dell'Ambiente.

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