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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2014 alle ore 08:14.

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La scienza progredisce grazie alle scoperte e allo sviluppo di nuove idee. Ma sono ben poche le nuove idee che vengono sviluppate senza prima abbandonare quelle vecchie. «Una nuova verità scientifica non trionfa convincendo i suoi oppositori e facendogli vedere la luce – notava Max Planck – ma piuttosto perché gli oppositori muoiono e cresce una nuova generazione familiare con essa». In altre parole, la scienza progredisce attraverso una serie di "funerali". «Quali teorie scientifiche possono andare in pensione?». È questa quindi la domanda dell'anno di Edge, la comunità online di intellettuali che ogni anno pone una domanda cui sono invitati a rispondere ricercatori, scienziati, tecnologi e intellettuali da tutto il mondo. Qui alcune risposte, in sintesi; le altre, integrali sul sito www.edge.org.

Richard Saul Wurman - Verità assoluta, certezza, esattezza
Un modello magnifico è lo schema che rappresenta la teoria eliocentrica, pubblicato da Copernico nel 1543. Oggi non sarebbe pubblicato da nessuno, perché non è preciso: le orbite sono circolari e non ellittiche, non sono tutte sullo stesso piano e il diagramma è del tutto sproporzionato e non riproduce le distanze tra i pianeti. È una rappresentazione approssimativa. È un modello che ha permesso ad altri, come Ticone, di poter pubblicare documentazioni e misurazioni in modo che Keplero potesse aggiornare quel modello con nozioni dotate di un maggior grado di approssimazione dell'Universo planetario, incorporando geometrie più accurate. Quello che credo debba andare in pensione sono quelle tre parole – certezza, verità assoluta, esattezza – e suggerisco che si adotti una maggior libertà accademica nelle teorie di approssimazione, in modo da permettere ad altri di vedere e scoprire nuovi modelli.

Paul Saffo - L'illusione del progresso scientifico
Lo straordinario progresso delle scoperte scientifiche non fa che rincorrere l'ignoto. Non molto tempo fa la Creazione datava 8mila anni fa e il Paradiso era qualche migliaia di miglia sopra la nostra testa. Oggi la Terra ha 4,5 miliardi di anni e l'Universo osservabile si espande per 92 miliardi di anni luce. Lo stesso si ripete per qualsiasi campo scientifico. Il corpo del nostro sapere scientifico evoca la metafora della noosfera con cui Teilhard de Chardin indicava la sfera in espansione della conoscenza e del sapere umano. Nel nostro ottimismo questa sfera appare come una bolla di luce in espansione nel buoi dell'ignoranza. Mentre il nostro sapere scientifico si espande, cresce anche il contatto con l'ignoto. Il risultato non è solo che padroneggiamo più sapere, ma anche che incontriamo un mondo in continua espansione di misteri prima inimmaginabili. Nel privato ogni scienziato sa che quello che la scienza nei fatti fa è scoprire la profondità della nostra ignoranza.

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