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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2014 alle ore 16:15.
L'ultima modifica è del 15 maggio 2014 alle ore 19:17.

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(Afp)(Afp)

Secondo fonti citate da Business Insider Google è già alle prese con le prime richieste di rimozione dei link, poche ore dopo la sentenza della Corte Europea numero 131/12. Ecco una guida utile a chi vuole esercitare il “diritto all’oblio”.

Come si fa
Per richiedere la rimozione dei link legati alla propria persona ovviamente basta andare online. Google, ben prima della sentenza della Corte Ue, ha predisposto una pagina dedicata che va fatta scorrere in tutta la sua lunghezza fino a giungere all’ultimo link, ossia “È possibile visitare lo strumento per la risoluzione dei problemi relativi alle rimozioni per motivi legali”. Ciò può non essere sufficiente, nel caso in cui nessuna delle opzioni offerte coincidesse con il motivo per il quale si sta chiedendo la rimozione di un link; così fosse è necessario compilare i campi di un’altra pagina.

Riempire il form è semplice, va inserita l’URL “in presunta violazione”. Se si tratta di più URL basta cliccare su “aggiungi un altro allegato” e procedere.Google ha snellito la procedura che fino a ieri era un pochino più complessa, segno inequivocabile che a Mountain View – per quanto la sentenza possa essere risultata indigesta – si stanno già dando da fare per assoggettarsi a quanto deciso in Lussemburgo.

Cosa succede dopo
Una volta compilato il form il mittente riceve una comunicazione standard in cui Google afferma che risponderà sottostando ai tempi per smaltire l’ingente mole di lavoro e, qualora vi fossero i requisiti, la richiesta verrà evasa.

La posizione ufficiale di Google
«La decisione ha implicazioni significative sul modo in cui gestiamo le richieste di rimozione. E' complicato – non per ultimo per il gran numero di lingue implicate e per la necessità di effettuare accurate revisioni. Non appena avremo pensato attentamente a come potrà funzionare, cosa che potrebbe richiedere diverse settimane, informeremo gli utenti». Queste le dichiarazioni rilasciate a “Il Sole 24 Ore.com” da un portavoce di Google Italia.

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