Dopo le pressioni sulla Germania, con l'incontro di ieri a Berlino tra Angela Merkel e i vertici di Bce e Fmi, oggi è il giorno della calma e del recupero della fiducia. In questa direzione, infatti, si vanno concentrando i messaggi lanciati dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet e dal commissario Ue agli affari economici, Olli Rehn. Ma anche il presidente francese, Nicholas Sarkozy, si è mosso per dare un messaggio di solidità dei rapporti con Berlino. I tedeschi oggi hanno taciuto, a parte Axel Weber, membro del board Bce, le cui parole sulla solidità dell'euro sono comunque state intepretate come un'apertura al piano di aiuti.
I mercati hanno beneficiato del coro di messaggi distensivi e la borsa di Atene è arrivata a guadagnare l'8%, così come si è allentata la tensione sui differenziali di rendimento tra i Bund tedeschi e le corrispondenti obbligazioni greche. Insomma, c'è la diffusa la sensazione - soprattutto a Bruxelles ma anche ad Atene - che entro il fine settimana possa finalmente arrivare il via libera di Berlino al piano di aiuti e, di conseguenza, la valutazione della Commissione e della banca centrale. Anche i partiti tedeschi di opposizione, infatti, Spd compresa, hanno accettato di velocizzare l'iter parlamentare necessario perchè il governo possa dare il suo assenso.
Trichet ed Eurolandia
Gli aiuti previsti per la Grecia «non sono utili solo per Atene, ma anche per tutta Eurolandia perché riducono i rischi per la stabilità finanziaria» ha ricordato Trichet parlando proprio in Germania in occasione del 9° Munich economic summit. Per il futuro Trichet chiede anche un'applicazione rigorosa del Patto di Stabilità, che consenta anche interventi preventivi sulle politiche economiche degli stati membri.
Trichet, che ha anche espresso fiducia nei risultati dei colloqui tra il governo greco, la commissione Ue, la Bce e il Fmi. «Il mio messaggio a Berlino di ieri - ha sottolineato - è che è caldamente consigliata una procedura parlamentare rapida nelle attuali circostanze». Il numero uno della Bce ha anche esortato i Governi a mostrare un forte senso di «autodisciplina» per mantenere la fiducia dei cittadini, mentre «adeguamenti fiscali da soli non saranno sufficienti a garantire la sostenibilità. Sono necessarie riforme strutturali (in seno a Eurolandia). Dobbiamo migliorare con determinazione l'efficacia del controllo di politiche fiscali ed economiche. Faccio conto in particolare sulla Germania». Trichet ha anche affermato che «l'economia greca è particolarmente colpevole della sfiducia nei suoi confronti a causa della sua irresponsabilità fiscale e del mancato rispetto di una propria competitività».
L'ottimismo di Olli Rehn
Fiducia ha mostrato anche il commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, che a sorpresa ha convocato i giornalisti prima del consueto briefing quotidiano dell'esecutivo Ue, facendo pensare l'annuncio riguardasse proprio il via libera al piano. L'incontro, invece, doveva servire solo per stemperare la tensione e alimentare la fiducia affermando che il programma di aiuti alla Grecia «sarà finalizzato nei prossimi giorni e darà fiducia ai mercati». Identica indicazione temporale in serata è stata rilanciata dal premier greco, Papandreou davanti ai dirigenti del partito socialista. Una svolta attesa e auspicata che per il commissario Ue, in sintonia con Trichet, «non è importante solo per la Grecia ma per la stabilità finanziaria, la ripresa economica e il ritorno a una crescita sostenuta in Europa».
E' intervenuto anche il presidente francese, Nicholas Sarkozy che ha definito «perfetta» l'intesa tra Francia e Germania sui mezzi per risolvere la crisi del debito greco. «Non lasceremo agire la speculazione a suo piacimento per destabilizzare questo o quel Paese» ha aggiunto.
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Le condizioni dell'eurogruppo e del Fondo monetario
Intanto in Grecia il governo di Papandreou ha presentato ai sindacati le condizioni poste dall'Europa e dal Fondo monetario internazionale. Secondo quanto ha riferito un sindacalista al termine dell'incontro, gli aiuti arriveranno a condizione che il governo di Atene riduca il rapporto deficit/pil di dieci punti tra 2010 e 2011, riportandolo, in pratica sotto il 4%. Per il segretario generale dell'Adedy, sindacato che rappresenta i lavoratori pubblici, «l'impressione è che l'intesa sia già stata chiusa». Tra le misure sarebbe previsto il taglio di tredicesima e quattordicesima degli statali, un aumento dell'Iva tra i due e i quattro punti percentuali rispetto all'attuale 21% e un incremento del 10% delle tasse su carburanti, tabacco e alcolici.
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