Avvio pesante intanto per il mercato del debito spagnolo. Lo spread rispetto al titolo di riferimento tedesco è salito di 4 punti base al 4,21% per i decennali e +15 punti al 2,37% per quelli a 2 anni. È una conseguenza della decisione di Standard & Poor's che, dopo Portogallo e Grecia, ha tagliato il merito di credito della Spagna portandolo ad «AA» dal precedente «AA+». Le prospettive sul rating spagnolo sono «negative», cioè non è escluso un ulteriore «downgrade».

Rendimenti in rialzo anche per i titoli di Stato di Atene, mentre i tassi delle obbligazioni italiane mostrano un andamento contrastante e quelle irlandesi non fanno segnare variazioni. Secondo quanto riporta Bloomberg, i bond greci hanno aperto in territorio negativo, con i rendimenti dei titoli a 10 anni che sono saliti di 7 punti base al 10,57% e di quelli a 2 anni che sono aumentati di 80 punti base a 17,77%.

Tornando al taglio del rating di Madrid, la decisione di Standard & Poor's si basa sulle previsioni macroeconomiche nel medio e lungo termine. «Crediamo che la stagnazione in cui si trova l'economia spagnola - si legge nel documento pubblicato dall'agenzia- durerà più di quanto avevamo previsto in precedenza».

Le stime di crescita del Pil spagnolo passano dall'1% annuo tra il 2010 al 2016 allo 0,7%. Meno crescita significa entrate ridotte e maggiori difficoltà future per Madrid a rimborsare il proprio debito. Immediata la ripercussione sul mercato dei cambi, con l'euro sceso a 1,3122 dollari, ai minimi di un anno nei confronti della moneta americana e nel mercato dei credit default swap. Lo spread delle polizze che assicurano contro il fallimento della Spagna è salito a 187 punti base. In giornata si era raffreddato a 180. Alla vigilia, segnata dal downgrade di Portogallo e Grecia, era schizzato a quota 209. Ai prezzi attuali costerebbe 187mila euro all'anno assicurarsi su 100 milioni di titoli di stato di Madrid.

Il vice ministro delle finanze spagnolo, Jose Manuel Campa, sostiene che il declassamento della Spagna da parte di Standard and Poor's non mette in dubbio l'obiettivo di tagliare il deficit da parte di Madrid. «La cosa importante - ha dichiarato - è rafforzare le misure di medio-lungo periodo per la crescita. Questo è lo scopo principale perchè di fatto la revisione del rating non mette in dubbio la nostra volontà di ridurre il deficit», ha spiegato a Reuters. La Spagna punta a ridurre il proprio deficit pubblico dall'11,2% del 2009 al 3% entro il 2013.

Intanto, mentre il pensiero di molti corre all'Italia, Brian Coulton, responsabile del rating sovrano italiano di FitchRatings dichiara a Radiocor: «L'Italia non si è trovata in prima linea nella crisi bancaria e nella recessione globale e non lo è neanche nei recenti problemi che riguardano il debito sovrano dell'Eurozona. Questa valutazione - precisa - riflette in parte i bassi livelli di indebitamento del settore privato, la mancanza di casi di salvataggio bancario e il ridotto deficit corrente. Anche grazie a una politica fiscale responsabile - continua Coulton - con la decisione di non impegnarsi in stimoli fiscali discrezionali nel 2009, il deficit pubblico italiano si è attestato nel 2009 al 5,3%, molto meno di Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna. Di conseguenza, i problemi per la stabilizzazione del rapporto debito/pil nella fase di ripresa sono molto minori per l'Italia. Detto questo, continua Coulton, i ratio debitori «sono elevati e la performance di lungo termine a livello di crescita e competitività è stata debole». Per questo, l'Italia «dovrà» far ripartire i piani di consolidamento di medio termine messi a punto prima della recessione globale.

La notizia del downgrade alla Spagna è arrivata a mercati in una giornata segnata dai colloqui dei vertici di Fmi e Bce con il governo tedesco, al termine del quale il cancelliere Angela Merkel ha detto di non voler evitare «le proprie responsabilità» e di sperare che i negoziati con la Grecia possano «concludersi entro pochi giorni». Anche perché «non possiamo permettere che la Grecia diventi una nuova Lehman Brothers».

Il governo tedesco, in ogni caso, chiederà al parlamento l'approvazione di aiuti alla Grecia fino a 8,4 miliardi nel 2010 (una somma che copre le scadenze da 8,2 miliardi dei prossimi trenta giorni mentre a un anno ne servono 26, ndr) e per un ulteriore ammontare non specificato nel 2011 e nel 2012. Lo riporta l'agenzia Dow Jones. I dettagli del progetto di legge, compresi gli importi, saranno definiti domenica quando la Grecia dovrebbe terminare i negoziati col Fmi e la Commissione Europea sul piano triennale di riduzione dell'indebitamento. L'importo indicato per il 2010 corrisponde, rispetto a un totale di aiuti di 30 miliardi, alla quota parte della Germania nel capitale della Bce (27,92%).

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