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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2011 alle ore 08:14.
Celebrare l'unità della nazione italiana nell'orizzonte dell'idea europea può aiutare a liberarci da ogni ripiegamento su noi stessi, o peggio ancora su una parte sola del paese, spingendoci a un'azione di stimolo e di supporto a politiche europee all'altezza delle radici culturali e spirituali che ci uniscono. Queste radici comprendono l'idea cristiana di persona e di storia orientata a un fine, l'idea di democrazia, contributo prezioso della grecità classica, cui si connette il dovere del rispetto delle ragioni altrui, e il diritto romano, con la sua esigenza di una giustizia giusta, rapida ed efficace nella tutela dei più deboli e dei diritti di tutti.
Celebrare l'unità è allora raccogliere il testimone di quanti hanno dato il meglio di sé, fino al sacrificio della vita, perché in questi 150 anni si andassero imponendo le urgenze dei diritti personali, l'idea di partecipazione democratica universale, e un senso del diritto e della legalità, che per troppi aspetti sembrano ancor lungi dall'essere realtà compiuta.
Al di là di ogni retorica, un esame di coscienza è richiesto in primo luogo a chi ha responsabilità pubbliche ed è tenuto a coltivare qualità morali che siano all'altezza del compito. Ricordare l'unità realizzata vuol dire rinnovare l'impegno a portarne a compimento i valori costitutivi. Ciò che iniziò ieri è appello per l'oggi e per il domani, un'occasione di salutare risveglio per tutti, la sfida di un "non ancora" che parte dal "già", iniziato 150 anni fa.
Bruno Forte è arcivescovo di Chieti-Vasto
CRONOLOGIA
20 settembre 1870
La breccia di Porta Pia
Lo Stato Pontificio, base territoriale del potere temporale dei Papi, esteso per buona parte dell'Italia centrale, viene integralmente annesso al Regno d'Italia nel 1870 , quando i bersaglieri penetrano nella città di Roma attraverso la breccia di Porta Pia
12 febbraio 1921
Nasce Radio Vaticana
Papa Pio XI inaugura l'emittente con il messaggio «Qui arcano Dei». Guglielmo Marconi viene incaricato della realizzazione della struttura, affidata poi ai Gesuiti che ancora ne curano la gestione. Dopo l'elezione di Papa Giovanni XXIII, la radio copre i lavori del Concilio Vaticano II in 30 lingue.
11 febbraio 1929
La firma dei Patti Lateranensi
Con questi patti, la Santa Sede e il Regno d'Italia riconoscono reciprocamente il carattere d'indipendenza e sovranità. Prendono il nome dal palazzo di San Giovanni in Laterano in cui avviene la firma tra il cardinale segretario di Stato Pietro Gasparri e il primo ministro Benito Mussolini.
11 ottobre 1962
Apre il Concilio Vaticano II
Papa Giovanni XXIII apre ufficialmente il 21° e ultimo Concilio, con cerimonia solenne nella Basilica di San Pietro. Si svolge in nove sessioni e in quattro periodi fino al 1965, sotto i pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI. Vi partecipano in 2.500, tra cardinali, patriarchi e vescovi da tutto il mondo.
18 febbraio 1984
Il Concordato di Villa Madama
Il presidente del Consiglio Bettino Craxi e il cardinale Agostino Casaroli firmano il nuovo Concordato, che introduce, fra l'altro, l'8 per mille, la nomina dei vescovi senza approvazione del governo e l'ora di religione facoltativa a scuola.
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