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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2011 alle ore 08:20.
Questo vuol dire che parole come plebiscito (1866) o armistizio (1943), nel momento in cui segnavano svolte storiche per il nostro paese, suonavano – per milioni di italiani – tutt'altro che familiari. Ecco perché, come nota Tullio De Mauro alla voce Costituzione (1947), i padri costituenti scelsero di scrivere il testo fondativo dell'Italia repubblicana usando quasi tutte parole del vocabolario di base: parole comuni, usuali anche per chi con l'italiano non aveva grande dimestichezza. «Parole di tutti e per tutti».
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