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Questo articolo è stato pubblicato il 16 marzo 2011 alle ore 06:38.
La Costituzione come "sintesi" perfetta tra federalismo e indivisibilità della nazione. È un concetto caro al capo dello Stato, che alla vigilia del 150° anniversario dell'Unità, sceglie di rilanciarlo nel messaggio inviato alla conferenza dei presidenti delle Assemblee di province e regioni, in occasione delle assemblee straordinarie che hanno preso avvio ieri nell'ambito delle celebrazioni legate all'unità nazionale. «Nella Costituzione – scrive Giorgio Napolitano – l'identità storica e culturale della nazione convive con il riconoscimento e lo sviluppo in senso federalistico delle autonomie che la fanno più ricca e più viva, riaffermando l'unità e indivisibilità della Repubblica».
Il bagaglio comune della nazione è il leit motiv che ha accompagnato tutte le recenti dichiarazioni pubbliche del presidente della Repubblica legate al 150° dell'Unità. La memoria e le responsabilità condivise, secondo il capo dello Stato, devono unire tutta la nazione e avere il sopravvento su divisioni e distinguo. Questo, sottolinea Napolitano, «è il momento ideale per richiamare alla memoria dei cittadini, delle forze politiche e dei responsabili delle istituzioni regionali e locali gli eventi fondamentali che hanno condotto alla nascita del nostro stato unitario, e per rafforzare la consapevolezza delle responsabilità nazionali che ci accomunano».
Il capo dello Stato invita quindi a cercare questo bagaglio comune nella storia d'Italia. La memoria non può che andare immediatamente alla nascita dello stato unitario. Che, sottolinea Napolitano, «ha consentito al nostro paese di compiere un decisivo avanzamento storico, di consolidare l'amore di patria, di porre fine a una fatale frammentazione, di riconoscerci in un ordinamento liberale e democratico forte dell'esperienza della lotta antifascista». L'approdo non può che essere il dibattito in seno all'assemblea costituente che «ha portato a identificare ideali e valori da porre a base dell'ordinamento repubblicano».
Infine, il presidente della Repubblica si rivolge direttamente ai rappresentanti degli enti locali. A loro chiede una riflessione «sul contributo che le comunità regionali e locali» possono dare al «moto unitario». In questo modo, è la conclusione del discorso, «contribuirete ad ancorarle in modo profondo e irreversibile al patto che ci lega ai valori e alle regole della Costituzione repubblicana».
E oggi anche il Papa, per il tramite del segretario di Stato vaticano cardinale Tarcisio Bertone che si recherà di persona al Quirinale, invierà a Napolitano un messaggio alla nazione italiana scritto in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
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