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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2010 alle ore 08:01.
Assume al ritmo di 10 dipendenti al mese, apre nuovi stabilimenti (rigorosamente in affitto per non distogliere risorse al bersaglio primo che resta la ricerca e l'innovazione) e progetta un futuro in forte crescita grazie alla forza della green economy.
Il "miracolo" avviene in un anonimo capannone alla periferia di Imola, in provincia di Bologna, che ospita un'azienda, l'Elettronica Santerno (dal marzo scorso controllata al 100% dal gruppo Carraro) che realizzerà nel 2010 ben più del doppio dei ricavi 2009 (che si fermarono a 43 milioni di euro) e proprio ieri l'altro ha inaugurato un nuovo plesso produttivo a CastelGuelfo (100 addetti a regime su 8.500 metri quadrati), sempre nell'area del circondario imolese, ma è in cerca di spazi più ampi per razionalizzare la struttura: in cui gli operai si contano sulle dita di una mano, l'età media è intorno ai 33 anni e la fanno da padroni i laureati e gli ingegneri, la metà esatta della forza lavoro che era di 155 unità a fine 2009 salita a 225 al 31 agosto scorso.
Il miracolo veneto-romagnolo (la controllante Carraro ha sede a Campodarsego in provincia di Padova ed è un gruppo multinazionale leader mondiale nei sistemi per la trasmissione di potenza che nel 2010 dovrebbero risalire verso i 600 milioni di euro dopo due anni di gravissima crisi) affonda le sue radici in quarant'anni di esperienza nel settore dell'automazione industriale ma trova fortissima linfa nella produzione degli inverter per gli impianti fotovoltaici ed eolici, gli apparecchi, cioè, che consentono di trasformare e immettere nella rete l'energia continua prodotta dai pannelli fotovoltaici.
«Siamo alla continua ricerca di personale specializzato e ormai fatichiamo a trovare la manodopera che ci serve», spiega l'amministratore delegato di Elettronica Santerno Marco Tecchio. Che annuncia anche la volontà di espandere la struttura aziendale nel territorio imolese ma non sembra facile trovare adeguate location in affitto, anche se a due passi ci sono i capannoni di Cnh, l'azienda che Fiat vuole chiudere causa la crisi nel movimento terra e per la quale la Regione ipotizza un futuro nei veicoli a trazione elettrica coinvolgendo, oltre al gruppo Carraro, Microvett, Beghelli e Magneti Marelli.
Prima, ovviamente, serve un confronto con Fiat e governo. Per ora, a bloccare risorse per acquistare capannoni Elettronica Santerno non ci pensa e si focalizza su un business che nel 2010 supererà i 100 milioni di euro. «In Emilia-Romagna abbiamo trovato terreno fertile e sono sicuro – ha spiegato Enrico Carraro, presidente di Elettronica Santerno e vice presidente del gruppo Carraro – che arriverà la soluzione ai nostri problemi». E anche la regione plaude al successo di Elettronica Santerno. «L'azienda è esattamente sulla direttrice dello sviluppo locale – spiega l'assessore alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – che sarà nella direzione della green economy. Già oggi in Emilia-Romagna il settore conta 2mila aziende con oltre 230mila addetti e faremo di tutto per sostenerlo».