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a cura di Luca Salvioli | 16 aprile 2014

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Tecnologie EnergiaL'efficienza energetica sarà sempre più una questione di software

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L'efficienza energetica sarà sempre più una questione di software

La ripresa economica passa necessariamente per una crescita della produzione industriale, in questi anni ben al di sotto delle proprie capacità in Italia e in molti altri Paesi del mondo. Ma motori e impianti, per muoversi e produrre, hanno bisogno di molta energia, tanto che le attività manifatturiere rappresentano circa un terzo del fabbisogno energetico finale a livello mondiale. Un livello di consumo che, ovviamente, ha un impatto non da poco sui bilanci aziendali, dunque in teoria, tutti gli imprenditori dovrebbero fare carte false per diminuire la quantità di energia necessaria a far lavorare le proprie aziende. La strada per una maggiore efficienza energetica, però, è non così scontata. Lo testimonia una ricerca commissionata da Abb su oltre 300 senior executives globali dei settori manifatturieri e industriali. Il punto di partenza sono i passi in avanti compiuti negli ultimi 20 anni dalla maggior parte delle industrie ad alto consumo energetico. Ad esempio, molti produttori del settore siderurgico, che costituisce il comparto industriale a maggior dispendio di energia, hanno ridotto drasticamente i consumi passando dagli altiforni a processi elettrici. Inoltre, anche le intenzioni dei manager sembrano positive, tanto che ben il 77% afferma che l'efficienza energetica rimarrà un fattore di successo cruciale per le loro aziende nei prossimi due decenni. A spingerla c'è la volatilità dei prezzi dell'energia e le preoccupazioni circa la sicurezza degli approvvigionamenti (vedi crisi libica). Inoltre, in molti casi, le grandi imprese stanno promuovendo l'efficienza energetica nelle loro catene di rifornimento per soddisfare i propri impegni di sostenibilità che, come noto, possono essere sfruttati anche in chiave di marketing. Come abbiamo detto in precedenza, però, non mancano gli ostacoli: l'efficienza inizialmente costituisce un investimento per le imprese, ossia un costo iniziale. In tempi di crisi, dunque, non sorprende che la percentuale di aziende che hanno investito in impianti e macchinari efficienti sia rimasta statica rispetto all'analoga indagine condotta due anni fa . Inoltre, a differenza delle fonti rinnovabili, dove è chiaro su cosa si stia investendo, nell'efficienza energetica lo è un po' meno, anche perché la misurazione e la quantificazione dei risparmi energetici ed economici ottenibili non è ancora perfettamente sviluppata, soprattutto per l'assenza di benchmark universali. Dunque, anche i finanziamenti bancari possono essere difficili da ottenere, perché gli istituti di credito tendono a essere sospettosi sui reali ritorni di questo tipo di investimenti. Rispetto a un biennio fa, Abb segnala comunque come la percentuale di dirigenti che segnalano l'esistenza di un problema credito per l'efficienza energetica si sia ridotta dal 42 al 37%, segno che probabilmente qualcosa è stato fatto. In effetti, anche se non stanno aumentando le spese in impianti e attrezzature più efficienti, sempre più aziende stanno rintracciando, misurando e analizzando i propri consumi energetici. In futuro, d'altronde, ulteriori miglioramenti nell'efficienza dell'industria saranno più una questione di software che di hardware: le tecnologie di efficientamento degli impianti sono infatti abbastanza mature (cogenerazione, motori di nuova generazione, ecc), mentre è lecito attendersi maggiori progressi dall'adozione di programmi informatici in grado di garantire una migliore gestione delle apparecchiature e dei processi industriali, capaci cioè di interpretare i dati e fornire soluzioni tese al risparmio. L'importante, come ha commentato il ceo di Abb, Ulrich Spiesshofer, è che questi dati siano universalmente riconosciuti: «È difficile prendere le decisioni giuste in materia di efficienza delle risorse se non c'è un accordo sui parametri di riferimento. Da questi risultati direi che è chiaro che nel settore industriale abbiamo bisogno di fare uno sforzo maggiore per aumentare la consapevolezza circa le opportunità offerte dall'efficienza energetica. Abbiamo anche bisogno di continuare a investire in tecnologia e abbiamo bisogno di lavorare con i politici per assicurarci un contesto normativo che punti a fare chiarezza nel campo dell'efficienza energetica e a renderlo prevedibile».

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